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Un papavero rosso all'occhiello senza coglierne il fiore - Erri De Luca - copertina
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2003
1 gennaio 2003
144 p., ill. , Rilegato
9788875620028

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alida airaghi
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In questo libro edito da un circolo culturale friulano,De Luca raccoglie una cinquantina di suoi brevi interventi pubblicati sul Manifesto tra il 98 e il 99: li definisce umilmente "sermoncini dei giorni feriali". Rivolti,quindi,agli ormai non più molti lettori del quotidiano comunista, alla loro coscienza sociale esacerbata, alla loro ulcerata sensibilità politica e capacità di resistenza in tempi addomesticati come quelli odierni: "Siamo in tempi sdentati,spostiamo la bocca dal torrone della scrittura o la mastichiamo come un semolino." Tempi ammorbiditi erano già quelli in cui questo volume è apparso(2003), e tanto più estenuati,incapaci di ribellione o di sdegno sono quelli attuali. E perciò nomi che hanno agitato fantasmi nei decenni trascorsi (Antonio Negri, Barbara Balzerani,Ovidio Bompressi)dicono poco o niente ai giovani di oggi; gioventù a cui "manca questa notizia:di sapersi molta,di contarsi il peso.Le manca il censimento del proprio valore pubblico." Invece,negli anni 70 che De Luca racconta con nostalgia e rabbia,"anni di insubordinazione..d'intransigenza generale",la gente si riuniva nel nome di "una lotta politica furiosa",protestava,era pronta ad affrontare la latitanza e il carcere.Oggi "si teme di tutto,ma specialmente il resto della specie umana." Diffidenza invece della solidarietà, miraggi banali e tranquillizzanti anzichè rischio in prima persona. Ma Erri De Luca è rimasto intransigente, non ama l'indulgenza, verso gli altri come verso se stesso:ex muratore e operaio,militante di Lotta Continua,volontario in Bosnia e nel Kossovo,fustiga con severità l'imborghesimento della società contemporanea. Oggi si fa beneficienza anonimamente e da lontano con gli sms,si sgombrano i campi nomadi con esultanza, e si sfrutta l'ambiente in modo scriteriato: De Luca denuncia senza moralismi,ma con risentita repulsione. Al volume si accompagnano le eloquenti foto in bianco e nero di Danilo De Marco.

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La recensione di IBS

"Nato nel '50 a Napoli, mi sono potuto separare solo dalla geografia. Appartengo a questo secolo al punto di sentirmi responsabile anche della metà precedente in cui non c'ero. Sfuggito di casa, scuola, città a 18 anni, ho incontrato allora una gioventù coetanea indocile e intrattabile, politica per vie spicce, ostile alle deleghe: era extraparlamentare di sinistra. Ci ho perso l'intera giovinezza e qualcosa di più. Poi per diciott'anni ho fatto il mestiere di operaio cerco di restare leale con le ragioni dei miei anni duri. Amo l'ebraico antico, lingua primizia delle scritture sacre. Ho tradotto con forsennata fedeltà alcuni libri dell'Antico Testamento in un italiano di servizio, a ricalco dell'ebraico. Non sono credente. Ignoro l'emozione fisica del perdono e della paternità. Conosco le stanchezze e il supplemento di sforzo che le cancella. Voglio continuare ad arrossire di un torto commesso, da me o da altri. Mi auguro la salute per conservare forza di reagirvi. Per qualche notte di maggio ho conosciuto la NATO dalla parte del bersaglio."(dalla quarta di copertina)

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Conosci l'autore

Erri De Luca

1950, Napoli

Diciottenne, vive in prima persona la stagione del '68 ed entra nel gruppo extraparlamentare Lotta Continua. Poi sceglie di esercitare diversi mestieri manuali in Africa, Francia, Italia: camionista, operaio, muratore. Studia da autodidatta l'ebraico e traduce alcuni libri della Bibbia. È opinionista de «il Manifesto».Ha pubblicato con Feltrinelli: Non ora, non qui (1989), Una nuvola come tappeto (1991), Aceto, arcobaleno (1992), In alto a sinistra (1994), Alzaia (1997), Tu, mio (1998), Tre cavalli (1999), Montedidio (2001), Il contrario di uno (2003), Mestieri all’aria aperta. Pastori e pescatori nell’Antico e nel Nuovo Testamento (con Gennaro Matino, 2004), Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo (2005), In nome della madre (2006), Almeno 5 (con Gennaro...

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