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Pantheisticon - John Toland - copertina
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Pantheisticon - John Toland - copertina

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1996
1 aprile 1996
318 p.
9788877419071

Voce della critica


recensione di Sozzi, M., L'Indice 1996, n.11

Il libro è l'edizione critica, estremamente ricca e filologicamente accurata, di un testo assai complesso di John Toland, apparso anonimo nel 1720, col titolo "Pantheisticon* ossia "Formula celebrativa del sodalizio socratico". L'opera è divisa in tre parti: dopo un appello al lettore, "amante delle muse e della verità", vi è il più teorico "Discorso sui sodalizi", nel quale viene esposta una concezione panteistica composita e di ardua decifrazione, che è il contenuto della sapienza dei dotti socratici, di cui Toland ha annunciato di voler parlare. Infine, la "Formula celebrativa", cioè una sorta di liturgia laica, dove si recita Orazio al posto dei salmi, e si rende onore ai grandi pensatori del passato, uomini e donne.
Il saggio introduttivo, scritto a due mani da Onofrio Nicastro (studioso prematuramente scomparso due anni fa) e Manlio Iofrida, affronta tutti i nodi concettuali del testo, confronta manoscritti ed edizioni e segnala le varianti, e inoltre si preoccupa di collocare il "Pantheisticon* nell'ambito della produzione di Toland, evidenziando in particolare gli sviluppi del panteismo dell'autore rispetto alle "Letters to Serena". L'opera presenta infatti innumerevoli stratificazioni di pensiero, che cooperano alla spiegazione panteistica della natura, ricostruite con paziente rigore analitico nell'introduzione: accanto a una ripresa dell'atomismo antico, si ritrovano elementi della dottrina delle vicissitudini (la trasformazione degli esseri e la coincidenza degli opposti) di Bruno e Berigardo; non mancano riferimenti all'Uno-Tutto spinoziano, n‚ un utilizzo filosofico delle dottrine biologiche coeve sulla preesistenza del germe. Infine, l'insistenza di Toland sul tema del dinamismo universale e dell'infinità degli esseri viventi richiama la filosofia leibniziana, che postulava un mondo dotato di un numero infinito di centri. In tal modo, fanno notare i curatori, il "Pantheisticon* documenta un'interessante e non scontata convergenza tra spinozismo e pensiero leibniziano, accanto a quella, più nota, di spinozismo e materialismo.
Ma l'interesse del testo non si esaurisce nel suo contenuto teorico. Alcuni interpreti hanno visto nel rituale dei "sodali socratici" o panteisti, che si riuniscono in modo conviviale per discutere, un'analogia con quello delle logge massoniche, e hanno letto il "Pantheisticon* come un documento massonico, magari controcorrente dal punto di vista dottrinale. I curatori ritengono però che tale tesi non sia sufficientemente provata, anche se, senza dubbio, l'opera va compresa tenendo conto delle molteplici esperienze associative a essa contemporanee.

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