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Un cosmo, un pianeta, un oceano. La sconfinata prateria del genio dove ogni ragione è disarcionata, imprendibile, follemente libera di perdersi fra infiniti vicoli di nonsenso, fra scorciatoie senza nessun controllo, fra cieli di grammatiche svitate, di paradossi riuscitissimi, di infantilismo mai così sapiente, di illogica maestria aforistica e letteraria uguale a eterna conquista dello spirito. Come frugare in un sacco e pescare a caso, non si finirebbe più. Perfette tutte, anzi FELICI, questo è il termine giusto, perché la felicità è lo sgambetto all'usuale, al solito, allo scontatissimo tronfio che divora. Antologia indispensabile, lavoro splendido, dedica necessaria, tributo sommo. Un'enciclopedia di gioia autentica. Solo alcune schegge di Sancta Publicitas, efferati giochi latineggianti, possono essere scolpite su marmo: "Fanfani: Brevi nanu"; "Lyndon Johnson: In dubiis pro rodeo". Perdersi, perdersi e ancora perdersi, non c'è altra strada in questo librone, vita da custodire fra le braccia e cullare come un pargolo che ci offrirà lietezza, distensione, dissennata meraviglia. I contributi interni, ricca messe di interviste, saggi, testimonianze, aiutano a definire meglio la sovrana figura e statura di Marchesi, l'uomo che fischiava camminando a passo svelto, il mitico signore di mezza età. Ricopio un brano formidabile e mi fermo, con onore: "Per Bach, disse Beethoven, "cos'è che fa Grieg Grieg? Ah, è il rubinetto che fa Gluk Gluk. Ah, questo albergo non va. I camerieri hanno il vizio Debussy la mattina presto, poi il letto Ciaikowsky, sì, ce ne sono a Bizet. E poi costa un prezzo Stradivarius. Ma Mozart sai che faccio? Piglio il mio Leoncavallo e me ne torno al mio Paisiello. Almeno Listz, Respighi! Ah!". Questo e tantissimo, tantissimo altro troverete in questo fiume di contentezza. Una navigazione nella parola e nel suo sfregio e nella sua ricchezza: "Missino: un tipo per bene, un tipo perbenito". Genio!
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