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Panegirici - Giambattista Marino - copertina
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Panegirici - Giambattista Marino - copertina

Descrizione


Scritti da Giovan Battista Marino nel corso di diversi anni, dai primi del Seicento fino al 1615 del Tempio, i panegirici illustrano in modo esemplare il rapporto del cavaliere napoletano con i sovrani del suo tempo: un rapporto improntato all'omaggio e alla celebrazione sontuosa, e nello stesso tempo mirato a rivendicare l'eccellenza della parola poetica, l'unica capace di garantire la fama e la gloria dei potenti. Su questo equilibrio, tutto implicito, si giocano sia il Ritratto del Serenissimo Don Carlo Emanuello, pubblicato da Marino nel 1608 per guadagnare una posizione privilegiata presso la corte di Savoia, sia il Tempio, opera fondamentale per garantire al poeta inseguito in Italia dall'Inquisizione la protezione dei sovrani di Francia, e anzitutto di Maria de' Medici. Completano il volume due panegirici minori per dimensioni e per ambizioni ma di grande interesse: Il Tebro festante, per l'elezione di Leone XI nel 1605, e l'abbozzo de La Fama, elogio composto per la regina Anna d'Inghilterra.
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Dettagli

19 novembre 2020
600 p.
9788893593175

Conosci l'autore

(Napoli 1569-1625) poeta italiano.La vita Figlio di un giureconsulto, fu avviato riluttante agli studi di legge. Frequentò giovanissimo letterati e mecenati; protetto prima dal duca Ascanio Pignatelli, poi dal duca Innigo de Guevara, dal 1592 entrò al servizio di Matteo di Capua, principe di Conca. Fin da allora, la sua più grande aspirazione era quella di vivere all’ombra di un potente sovrano: la corte gli si configurava come un’occasione di fortuna e di avventura e, insieme, come unico spazio che gli consentisse di dar libero sfogo alle sue doti d’artista. Nel 1600 dovette fuggire da Napoli, dopo essere stato imprigionato per falsificazione di bolle vescovili (già due anni prima aveva conosciuto il carcere, forse per aver costretto una ragazza ad abortire). Si trasferì a Roma, dove fu al...

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