Ecco, questo è a mio avviso, ora e sempre, il valore della Resistenza: i Partigiani avevano salvato l’Italia dopo che il fascismo l’aveva distrutta sul piano materiale e morale; le donne seppero essere parte essenziale e letteralmente costituente di questo processo di rinascita nazionale. (Liliana Segre) Le opere di militanti, giornaliste e intellettuali italiane, che si sono cimentate nelracconto della loro esperienza all’interno della Resistenza, costituiscono un tipo particolare di scrittura della memoria: esse offrono un’occasione preziosa per illuminare un momento importante del percorso di emancipazione femminile, per ricostruire storie di donne ormai dimenticate e per osservare le peculiarità che l’autobiografia come genere letterario assume in queste produzioni. Nel libro gli autori, attraverso approcci critici al testo e alla lingua diversi tra loro, e grazie a molti documenti inediti, ripercorrono le storie appassionanti di donne italiane che hanno avuto un ruolo centrale, non solo in particolare nella lotta partigiana, ma anche nell’Italia del secondo dopoguerra tout court. Dallo studio delle autobiografie di Marisa Musu, Maria Teresa Regard, Marisa Ombra, Teresa Noce, Carla Capponi, Gianna Radiconcini, Lidia Menapace ed altre, si passa alla ricostruzione della figura di Bianca Bianchi, uno dei pochi volti femminili dell’Assemblea costituente ancora poco conosciuto, fino ad entrare nel laboratorio di scrittura di Ada Prospero Gobetti, moglie di Piero Gobetti. Tra il racconto di un’azione militare e l’altra, di esaltanti vittorie e dolorose sconfitte, queste opere portano alla ribalta un’intera generazione di ragazze che, nel secolo scorso, furono chiamate dalla Storia e si trovarono a vivere un evento epocale. (Silvana Cirillo)
Leggi di più
Leggi di meno