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Un viaggio in Irpinia descritto con estrema bravura e sentimento. Lettura piacevolissima, a volte poetica.Lo consiglio vivamente.
Una descrizione di luoghi senza un filo conduttore e disegni cupi e volgari.
Recensioni
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scheda di Cilento, A. L'Indice del 2000, n. 03
Emilia Bersabea Cirillo, narratrice di Atripalda residente ad Avellino, vincitrice del Premio Loria 1999 per il racconto inedito, dopo una fortunata raccolta di racconti brevi, Fragole (Filema, 1997), realizza con Il pane e l'argilla un'itinerante geografia dello spirito nella Campania più interna e nascosta. In una prosa lirica ma mai estetizzante si narra dell'Irpinia, cioè delle ossa e non della polpa della Campania: "È una vecchia storia: zona interna, fascia costiera, il così detto osso e la polpa". Le zone interne dell'autrice sono zone intime, fatte di particolari e ricordi, di sensazioni, di un passato non così lontano da essere cancellato dai luoghi, dalle facce e dalle voci di Avellino, di Bagnoli Irpino, Montella, Nusco, Calitri... Il pane e l'argilla rievoca talune pagine dei narratori emiliani, piemontesi o marchigiani (non a caso una delle prose che compongono il libro era già apparsa in "Il Semplice", l'almanacco edito da Feltrinelli e curato da Gianni Celati), perché procede, nella sua maniera essenziale e metaforica, tutto per epifanie. Un romanzo on the road carico di memoria, di durezza e di internità, dove la provincia, nel senso stendhaliano del termine, è protagonista in modo assolutamente nuovo nel panorama della letteratura italiana d'oggi.
Antonella Cilento
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