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Forse il miglior CD di quest'artista. Musica originale e godibile.
Sebbene di questa musicista irlandese, assurta a star planetaria grazie alle sue eteree melodie vocali laboriosamente sovrapposte, sia disponibile una più recente raccolta (“The Very Best Of”, pubblicata nel 2009), “Paint the Sky with Stars” del 1997 resta tuttora un imprescindibile punto di riferimento per il neofita che voglia muovere i primi passi nell’universo musicale di Enya. Summa del suo primo decennio sulla scena discografica come solista, l’antologia racchiude in una sequenza di notevole impatto le sue diverse anime: dai riconoscibilissimi grandi successi in classifica (“Orinoco Flow”, “Caribbean Blue”, “Book of Days” e “Anywhere Is”) alle memorabili tracce prevalentemente strumentali (su tutte, la delicata “Watermark” e la sontuosa “The Memory of Trees”), senza tralasciare brani arcanamente sospesi tra antico e moderno (“The Celts”, “Ebudae” e “Storms in Africa”) e gemme di inestimabile valore come le sublimi “China Roses” e “Marble Halls”. Indubbiamente la panoramica sarebbe stata ancor più ricca e completa con l’inserimento di ulteriori singoli quali la gotica ‘ballad’ “Evening Falls”, il rifacimento dell’inno “How Can I Keep from Singing?” e perfino “I Want Tomorrow”, datato 1987. A compensarne l’assenza è comunque la felice proposta dei due inediti, l’incalzante e barocco “Only If …” e la notturna e struggente ‘title-track’, che suggellano la chiusura della prima fase di un percorso poi proseguito con lo stratosferico successo di inizio terzo millennio (con l’album “A Day Without Rain”, contenente “Only Time”) ed un progressivo inaridimento creativo che, tuttavia, non è riuscito a scalfire in alcun modo l’onirico e mistico fascino della più rappresentativa ambasciatrice della cosiddetta ‘isola di smeraldo’.
Splendido,celestiale
Recensioni
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