Nuova Guinea, 1936. Gli esploratori Fernand Delorme e Robert Ballancourt salpano a bordo della Marie-Jeanne, un magnifico veliero che li porta sulle rive del fiume Sepik. Sono alla ricerca di oggetti d’arte: armi, trofei di guerra, ma anche teste ridotte e crani rimodellati che ancora conservano al loro interno lo spirito di antenati defunti. Il viaggio li porta presso una tribù mai venuta a contatto con l’uomo bianco. Marsiglia, settant’anni dopo. Fernand Delorme viene trovato assassinato nel suo studio: ha il volto coperto da una maschera tribale. Davanti al cadavere l’omicida ha lasciato un libro, Totem e Tabù di Freud, aperto alla pagina 213. Tutt’attorno decine di statuette, flauti e oggetti d’arte papuana. Manca però un oggetto: un cranio di antenato è stato rubato, il più prezioso. Il comandante della Brigata anticrimine Michel De Palma, detto il Barone, è incaricato del caso: tra i libri del dottore rinviene il diario di bordo della Marie-Jeanne e intuisce che la soluzione dell’omicidio si trova da qualche parte sulle rive del Sepik. Ma ben presto l’assassino colpisce di nuovo nel mondo degli etnologi e dei mercanti d’arte primitiva: si tratta di un serial killer o di un maniaco, di traffico d’arte o di un regolamento di conti? )
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