Introdotto e curato dall'antropologo Vito Teti, arricchito da un saggio di Pasquale Tuscano intorno ai versi giovanili di Corrado Alvaro e da un inserto fotografico, il volume intitolato Un paese presenta il racconto lungo eponimo, cinque racconti brevi, un dramma e ben cinquanta poesie che l'autore non pubblicò in vita. I testi sono stati conservati, in versioni plurime, da Domenico Lico (1893-1955), compagno di scuola di Alvaro al liceo Galluppi di Catanzaro tra il 1911 e il 1914, per tutta la vita suo amico e corrispondente. Al Galluppi, lo scrittore arrivò dopo essere stato espulso dal collegio dei gesuiti di Villa Mondragone (Frascati) perché trovato in possesso dell'Inno a Satana di Carducci o, secondo un'altra versione dell'episodio, dell'Intermezzo di Rime di D'Annunzio: i due poeti, i cui ritratti erano esposti nella stanza da studente di Alvaro accanto a quelli di Mazzini e Garibaldi, possono in effetti essere annoverati tra gli autori che ispirarono maggiormente alcune delle sue prime prove poetiche qui raccolte. La genesi della vocazione letteraria di Alvaro è opportunamente rievocata nella corposa introduzione del curatore Vito Teti, che contestualizza i materiali collezionati da Lico senza "eccessiva enfasi e sopravvalutazione dell'inedito, oggi di moda". Spinto a divenire poeta dal padre e dal prozio, entrambi autori di versi, il giovane Alvaro si dedicò molto alla poesia e con le prime composizioni si meritò anche un giudizio positivo di Guido Mazzoni in risposta a una sua lettera. Al centro del volume si trova nondimeno il dramma Odio per amore, datato dicembre 1911 - gennaio 1912 e mai rappresentato, la prima opera letteraria dello scrittore, all'epoca sedicenne, il quale ne consegnò una copia a Lico con una nota rimarcante il carattere non del tutto definitivo del testo: "Da correggersi con penna e fuoco". Con Lico, nel 1913, Alvaro realizzò anche l'unico numero di un giornale letterario intitolato "Minimus". Nello stesso anno debuttò in una conferenza pubblica, su Leopardi, cui assistette quella Maria che ispirò L'amata alla finestra (1929), la novella Verbo di modo finito (1914) e alcune delle liriche qui presentate da Tuscano. La pur vivace vita culturale catanzarese verrà abbandonata per sempre all'approssimarsi del primo conflitto mondiale, affrontato con slancio irredentista una volta lasciata la Calabria per Roma e terminato il corso per allievi ufficiali a Firenze, che muterà presto in disincanto ogni entusiasmo patriottico di Alvaro, proprio come accade al suo alter ego Luca Fabio in Vent'anni (1931), e lo porterà poi a trasferirsi a Bologna. La pubblicazione di Un paese ci rivela però che durante la guerra l'autore non trascurò mai né il ricordo della sua terra d'origine né la fiducia nel suo avvenire di scrittore: infatti, egli redasse quello che lui stesso definì il primo "tentativo di romanzo" oltre che "il primo tentativo di Gente in Aspromonte" nel 1916 quando era costretto in ospedale a Livorno dalle ferite rimediate al fronte sul Carso. Il testo, benché incompiuto, costituisce un interessante compendio dei temi e delle immagini che hanno reso celebre Alvaro quale scrittore-etnografo della sua terra, e che si ritrovano in opere come Calabria (1930) e Itinerario italiano (1933), da poco ristampato nei Tascabili Bompiani. Infatti, Un paese è dedicato al "paesuccio" di Santa Venere, dove "non c'è treno né automobile e tocca esser ospitati dal parroco in mancanza di alberghi" e dove "le case si moltiplicano, e minacciano di soffocare quel ciuffo di querce là in alto". Nel racconto, primo esempio di un intrecciarsi continuo tra autobiografia e invenzione che caratterizza molti scritti di Alvaro, si rievocano alcune vicende occorse al padre dell'autore (poi riprese in Memoria e vita), e si rinvia evidentemente al suo paese natale, San Luca. Già nel 1940 Lico aveva proposto ad Alvaro di pubblicare Un paese insieme a una biografia dell'autore che lui stesso, nel frattempo divenuto farmacista, intendeva realizzare e a cui lavorò a lungo raccogliendo testimonianze e carteggi degli amici che Alvaro ebbe da ragazzo; ma lo scrittore non incoraggiò tale progetto, e Lico non pubblicò mai né gli inediti né l'esito delle proprie ricerche sulla vita dell'amico, che oggi possono essere considerati documenti importanti per tutti gli studiosi e i lettori di un autore. Teti e Tuscano hanno annunciato per i prossimi mesi nuove pubblicazioni e nuovi eventi su Alvaro che verranno realizzati nell'ambito del "Progetto Fondo Lico", promosso dal sistema bibliotecario territoriale vibomese (cui nel 2008 il nipote di Lico ha donato le sue carte perché fossero valorizzate) e dal dipartimento di studi umanistici dell'Università della Calabria. Intanto, è possibile scoprire in questo volume alcuni inediti preziosi e qualche accento sconosciuto dell'Alvaro giovane, autore anche di versi leggeri come quelli di Alle fila dell'amicizia, paragonate a quelle "del cacio parmigiano / tra bocca e maccherone", con cui si chiude il volume. Claudio Panella
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