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Paesaggi - John Berger - copertina
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Paesaggi

Descrizione


"Paesaggi" è la più completa raccolta degli scritti di John Berger dedicati all'arte e alla letteratura. Chi è alla ricerca di un ponderoso volume di critica, con quadri monografici e rigide periodizzazioni, dovrebbe guardare altrove; chi invece è già un lettore di questo «rinascimentale uomo contemporaneo» si stupirà ancora una volta di tanta varietà di saggi, poesie, racconti e meditazioni, ritrovando lo sguardo di uno storyteller che mai ha inteso la scrittura come un atto di possesso, ma sempre come un modo per abitare il presente e mutarne la trama. In questo volume, ideale prosecuzione di "Ritratti", John Berger è l'osservatore tenace di vasti panorami popolati da figure umane, alla ricerca di mappe del nostro tempo. Dapprima si tratta soprattutto di paesaggi teorici, in cui Berger incontra gli scrittori e gli artisti che più hanno accompagnato il suo pensiero: da Walter Benjamin a Gabriel García Màrquez, da Rosa Luxemburg a James Joyce. Poi si passa all'esplorazione - a volte reale, sempre letteraria - di paesaggi fisici: la Palestina resistente, abitata da bambini e cavalli selvaggi; la Parigi dei cubisti e la Venezia marcescente della Bienriale; la città di Delft che «sgorga dagli occhi di chi l'ha lasciata»; la campagna senza tempo in cui i contadini hanno insegnato a Berger «il poco che so»; fino al fluido mercato del mondo odierno, in cui ognuno è un consumatore perduto in una geografia assente. Raccontando questi luoghi, John Berger racconta se stesso, il suo modo ardente e combattivo di cercare uno spazio da condividere e di indagare lo sguardo. Ogni paesaggio parla per lui di «rischio e avventura»: il rischio e l'avventura, in questi Paesaggi composti dagli anni cinquanta a oggi, sono quelli di un pensiero pronto in qualsiasi momento a farsi mettere a repentaglio da un'opera perturbante o un fatto inatteso, che si pone sempre, qualsiasi cosa scelga di narrare, sul limite sottile del mistero.
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Dettagli

2019
6 giugno 2019
352 p., Rilegato
9788842824916

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Cristiano Cant
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Ecco uno di quegli uomini che avrei seguito anche nelle più orrende cave dell'Averno, uno spirito raro, uno di quegli animi abitanti dalle più sparse e ludiche curiosità negli anfratti della cultura e al tempo come adagiato su un giaciglio di certezza presto agguantato fra le fatiche del cuore: quel limite, quella complessità d'insieme oltre la quale l'umano non può mai spingersi. Questo libro è un prisma che attrae proprio perché sconcerta, si porta dentro l'umiltà di un eterno allievo educato alla scuola dello stupore e insieme la sicurezza con cui un maestro ci racconta l'imprendibilità dell'arte, della vita, il suo passo sfuggente, l'intraducibile miracolo che pur si compie. Tant'è che una delle uscite prese da Berger è una frase di Joyce: "Un sapere senza solennità che getta tocco e toga per trasformarsi in burlone e giocoliere". Ma ce n'è un'altra, assai più concreta, che sfonda ogni muraglia ideale andando a sbattere sul vero universo interiore degli uomini: "Diversi anni fa ho scritto che giudicavo un'opera d'arte in base alla sua maggiore o minore capacità di aiutare gli uomini del mondo moderno a rivendicare i loro diritti sociali". Tante altre chiavi però aprono porte e porte in questo tomo magnifico. Ed esse mostrano i variegati "paesaggi" che si incontrano nella lettura, siano essi il rapporto tra genio e tradizione, il cubismo, l'odioso marketing contemporaneo. Così come gli ospiti inclusi nella bottega di Berger si perdono: da Piero di Cosimo a George Morland, da Rosa Luxemburg a George Watts, da Rembrandt alla Weil. Ma la forza del libro è anzitutto politica, lo sguardo di un marxista convinto sui fondali di una modernità lacerata, ambigua e malsana fornace dove sono "i ricchi a imporre le priorità al resto del mondo. Di conseguenza i poveri moderni non vengono compatiti, bensì eliminati come spazzatura. L'economia del consumo del XX secolo ha prodotto la prima cultura in cui un mendicante non evoca nessun ricordo". Un masso. Niente da aggiungere.

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John Berger

1926, Londra

John Berger è stato critico d’arte, giornalista, sceneggiatore cinematografico, autore teatrale e disegnatore.Nel 1972 assurge a grande popolarità quando la BBC trasmette una serie di documentari da lui ideati e condotti, con il titolo Ways of seeing. In questi inviti a vedere l'arte nel quotidiano, Berger si è ispirato in parte all'opera di Walter Benjamin, e segnatamente a L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica.Da sue sceneggiature, il regista svizzero Alain Tanner ha tratto i film Jonas qui aura 25 ans en l'an 2000 e Les années lumières.Tra i suoi libri di narrativa tradotti in italiano, ricordiamo Qui, dove ci incontriamo (Bollati Boringhieri, 2005), Una volta in Europa e Lillà e Bandiera (Bollati Boringhieri,...

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