Biografie complesse, vicende umane ed artistiche al limite del romanzesco nel cast di questo album impulse! del 1962. Cominciamo dal leader: Roy Haynes è stato uno dei veri creatori del linguaggio della batteria nel jazz moderno. E lo è tutt’ora: classe 1925, a 98 anni suonati (tanto, e bene) il grande maestro negli anni ’40 era già al fianco di Lester Young, Charlie Parker, Bud Powell (ma anche Lennie Tristano, il padre del cool jazz severissimo nel selezionare i collaboratori) per poi proseguire le sue collaborazioni nei decenni successivi con altri imprescindibili protagonisti. Un esempio fra tutti: quando Elvin Jones veniva arrestato a causa della sua tossicodipendenza, John Coltrane chiamava Haynes a sostituirlo nel celeberrimo Classic Quartet. In quegli stessi anni, nel 1962, Haynes siglava questo capolavoro chiamando il pianista Tommy Flanagan (un altro al fianco di tutti i grandi), l’incredibile sassofonista e polistrumentista non vedente Roland Kirk (che suonava il sax tenore, più un soprano anomalo di nome stritch e un contralto dritto chiamato manzello, nonche vari flauti: tutti strumenti appesi al collo, pronti per l’uso) ed un potente contrabbassista destinato ad una vita romanzesca: Henry Grimes, scomparso dai radar nel 1970, per trent’anni homeless fino ad una incredibile riscoperta – ed al ritorno alle scene – più di trent’anni dopo, nel 2002.)
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