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Trascinato dal singolo “In tutti i miei giorni”, presente sia in apertura che in chiusura del disco con una versione più radiofonica (meno brillante dell’originale), l’album appare sicuramente più sperimentale e, proprio per questo motivo, poco immediato.
Dopo l'incredibile successo di "Iperbole", Raf torna con un nuovo disco di inediti tre anni dopo, e lo fa in grandissimo stile. Al contrario del precedente album, il cantautore pugliese collabora con numerosi artisti per la creazione dei brani. Il risulato è un disco pieno di influenze diverse, mai ripetitivo, ma molto sentimentale, senza tralasciare la sua attenzione ai problemi sociali, cosa che si avverte nella title-trak "Ouch". Le sonorità sono abbastanza varie, poichè incontriamo influenze jazz (notabili nel primo singolo estratto, ovvero, "In tutti i miei giorni"), chitarroni funky, qualche linea di elettronica e anche belle chitarre, sia acustiche (in "Mi fermo qui") che elettriche. In "Estate in città" c'è lo zampino della coppia Kaballà-Venuti, ed anche un ritorno ai fiati che negli ultimi album di Raffaele erano stati messi leggermente da parte. Un capolavoro di testi e di musiche, forse meno commerciale, ma di gran lunga superiore ad "Iperbole".
un album eccellente x testi, arrangiamenti e musica. In tutti i miei giorni è un capolavoro..da ascoltare e riascoltare. La capacità di raf di innovare è evidente visto che questo pezzo non ha neanche un ritornello di riferimento. Bellissima è Nessuno: arrangiamento emozionante, testo un pò enigmatico ma in grado di penetrare. Molto interessante dal punto di vista musicale è anche Milioni di cose che non ti ho detto. La title-track è secondo me la più debole del lotto a livello musicale ma è sbarazzina ed ha un bel testo
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