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Otto. L'abisso di Castel del Monte
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Tutti i formati ed edizioni
In commercio dal:
25 maggio 2010
Pagine:
304 p., Rilegato
EAN:
9788862732512
4,93/5
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Giulia
26 dicembre 2016
Romanzo avvincente e affascinante. Un bravo all'autore.
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Marco D'Innella
16 gennaio 2015
Romanzo avvincente che colpisce per l'accuratezza dei particolari e la ricercatezza del linguaggio. La trama è appassionante e alterna momenti di thriller al cardiopalmo a dettagliate descrizioni ricche di riferimenti culturali. L'autore ha dimostrato di possedere, oltre alla notevole padronanza di conoscenza nel campo storico, geologico ed artistico, una fluidità narrativa che attestano in maniera inequivocabile doti straordinarie di scrittore. Appare inevitabile un proseguo del romanzo che consacrerebbe la poliedricità artistica e culturale dell'autore.
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Daniela
22 settembre 2012
Nonostante l'erudita amplificazione del plot narrativo, il mondo dell'opera si sviluppa su un invisibile tracciato geometrico. I protagonisti viaggiano nel tempo e nello spazio intorno alla centralità del segreto custodito nel sottosuolo di Castel del Monte, luogo originario e destinazione ultima dove tutto ha inizio e tutto finisce. La casualità e la volontà, la generosità e la bramosia, la paura e il coraggio, l'odio e l'amore, la sete di conoscenza e il delirio del possesso sono le coordinate dinamiche attorno alle quali si dispiega un'enciclopedia di tipologie umane. Nella scommessa letteraria la Storia riaffiora nel quadro delle vicende esistenziali dei personaggi, intenti a inseguire il disegno dell'autore tra citazioni abbondanti e riferimenti eruditi. Ne risulta un affresco impregnato di rivisitazioni filologiche del genere "thriller-storico" in cui rivive la disputa tra i quesiti etici dell'agire umano e l'oltraggio necessario del primato sperimentale della conoscenza. Il romanzo è anche un sentito tentativo di celebrazione dei luoghi originari dell'autore. La Puglia emerge dai confini smisurati del mare, architrave geografica ed evocativa della biografia di Paolo, alla segreta eppur manifesta abbondanza del suo patrimonio rurale, naturalistico e architettonico. L'interesse estetico per la descrizione dei percorsi e delle città in cui si snodano le vicende si appella ad una semantica cinematografica. L'essenza figurativa regalata da questo stile conduce il lettore a immaginare il territorio descritto come luogo elettivo della trama a cui il tempo ha dato magia e incanto, ma a cui ha anche sottratto anima e identità. E' il paradigma della storia di Barolo-Barletta che ammalia nel testamento struggente del legame affettivo vivificato dalla memoria di Paolo, e che finisce poi per accomiatarsi nell'immagine dolente della dissoluzione urbanistica e sociale che tiene in ostaggio una comunità, ad un passo dalla perdita irreversibile dell'incanto della memoria.
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