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Anno edizione: 2012
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Da amante del medioevo trovo questo libro ambientato alla fine del medioevo/inizio rinascimento FANTASTICO.
Leggendo "Storia di un giorno in una città medievale" ho ritrovato molti elementi descritti in "Otranto, l'alba del 1480" dal girello a rotelle ai porcellini spazzini, all'immagine di San Cristoforo che i cristiani baciavano all'uscita dalla città per difendersi dalla morte improvvisa, ed anche su altri testi ho ritrovato lo stesso modo di vestire descritto nel libro. Antonio
Il racconto consente di approfondire quel pezzo di storia del mitico Salento, del quale non si sa poi tanto e che in genere viene stigmatizzato dai più nell'espressione "mamma li turchi". Risulta valido il filo conduttore della complessa storia d'amore e delle problematiche connesse alla crescita di un figlio in assenza dell'altro genitore. Il protagonista principale viene inviato appositamente dal Re di Napoli ad Otranto, quale esperto di fortificazioni militari, ma che a quanto pare pensa solo a cazzeggiare per le vie di Otranto, Castro e Scorrano. Talvolta il linguaggio e/o i termini utilizzati appaiono inadeguati rispetto ai tempi narrati: "alberi di eucalipto", "litoranea", "datore di lavoro", "biblioteca aperta al pubblico", "girello a ruote". Alcune precisazioni contestuali assumono una forma troppo didascalica. Taluni accenni filosofici si rivelano pesanti o inopportuni. Nel complesso, vale la pena leggerlo.
Recensioni
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"I miei sensi sentivano pulsare il cuore del Mediterraneo, immersicom'erano fra gli odori e i suonidei pascoli e delle falesie, mentrei riaperti occhi ammiravano latrasparenza delle acque del mare.I miei pensieri cominciarono ateorizzare che a Otranto erano solocominciate le avvisaglie di unoscontro che non si sarebbeconcluso a breve".
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