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In vista di un viaggio di alcune settimane, due genitori affidano il loro bambino poco più che neonato alle cure della nonna. La nonna è Lalla Romano. Questo semplice e felice evento diventa lo spunto che dà vita al libro. Una sorta di taccuino in cui, in una serie di brevissime pagine-capitolo, l’autrice annota le osservazioni sui propri sentimenti in trasformazione. L’attenzione, concentrata sull’asse dello sguardo nonna-nipotino, determina l’andamento delle sue sensazioni e lo affida a ciò che l’occhio riesce a cogliere e a includere nel flusso delle riflessioni-rivelazioni. La voce della Romano è quella raffinata e coraggiosa di una donna di cultura. È onesta e sincera nel confessare le sue resistenze di donna fortemente strutturata ed emancipata, il suo senso di inadeguatezza nei confronti dell’innocenza senza sovrastrutture del nipotino, della sua spontaneità che la disorienta. Solo per un attimo ci lascia supporre che il suo sia muro di inquietudine dietro cui rifugiarsi, uno spazio inaccessibile ed esclusivo del suo mondo e del suo Io. In realtà, pagina dopo pagina, emerge la qualità fine ed elegante, colta, davvero profonda dello sguardo sul bambino, uomo nel bozzolo, espressione di estro divino. La sua scrittura riesce a creare un’atmosfera senza perimetro temporale, molto intima e che si espande in modo percettibile e inequivocabile verso la maturazione di un’esperienza, di una conoscenza e un vincolo indissolubile che hanno l’estensione di una spiritualità laica e sensuale al tempo stesso, legata all’identità del bimbo nel quale lei, nonna goffa nel maneggiare un biberon (e anche nel solo nominarlo), già riconosce il più alto senso di dignità umana. La dirompenza di questa vicinanza nella vita della Romano acquista in intensità e quanto più lei ne percepisce la dimensione della purezza atavica, naturale, animale, tanto più lei si libera del superfluo per aprirsi a un ascolto incontaminato. Vale la pena soffermarsi, in postfazione, sulle interessantissime
Gradevole breve romanzo di Lalla Romano, grande scrittrice. Testo anche propedeutico alla lettura del bellissimo "Inseparabile". 'Autobiografico' nel senso alto del termine : esperienze poeticamente rappresentate, come 'specchio' di risonanze che possono toccare qualunque lettore. L'ospite in questione è il nipotino in tenera età, durante un'assenza dei genitori impegnati in un viaggio. La narratrice è comunque semore presente col suo implacabile spirito autocritico.
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