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La trama piuttosto intricata e ricca di colpi di scena, si snoda in un arco di tempo di circa 10 mesi, in un contesto internazionale che inizia appunto dalla città eterna, per poi evolversi in Russia a San Pietroburgo, patria della protagonista femminile, fare poi una puntatina in Marocco, in cui si incontrano personaggi misteriosi, proseguire in Tunisia e tornare in Italia, teatro di nuovi efferati omicidi. È in un contesto di misteriosi omicidi avvenuti anche in luoghi di culto e probabilmente legati a sette sataniche e al traffico di antiche reliquie, che si compie l'indagine del maggiore Marco Visconti, che ad un certo punto si troverà coinvolto in prima persona, per un finale di tutto rispetto, ricco di suspence, che tiene il lettore incollato alle pagine. Il ritmo sempre incalzante e talvolta piuttosto cruento nella brutalità di alcune scene, che vede svastiche e lettere misteriose incise a fuoco sui corpi delle vittime, in un contesto di macabri rituali esoterici, è sdrammatizzato dai dialoghi dei personaggi secondari. Con le loro parlate tipiche che intercalano dal romanesco, al napoletano, per culminare nel romagnolo, riescono a strappare un sorriso al lettore. In particolare ho gradito il ruolo di Angiolina, l'intraprendente vecchina che riesce a sventare un furto sacrilego in chiesa, mettendo a repentaglio la propria vita, ma nel suo accento a me ben conosciuto è riuscita a coinvolgermi in un'allegra risata: «chera al me sant, stanott la te andè bein?» Apprezzabile, dunque, l'uso dei dialetti. Una lettura intrigante che mi sento di consigliare a tutti gli amanti del genere giallo-noir, thriller, ma anche agli appassionati di religioni e antichi culti, della simbologia, dei riti esoterici e ai numismatici; avrete di che divertirvi.
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