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Recensioni L'ordine imperfetto. Il primo giallo della commissaria Bardi

Recensioni: 5/5

Sullo sfondo di una Firenze mozzafiato, delitti e vizi inconfessabili e una tenace commissaria che cerca di fare giustizia.

Firenze, viale dei Colli. Il ricco e potente imprenditore Alfonso Nassi è stato ucciso per un trauma da corpo contundente. A indagare sull'omicidio viene chiamata Valeria Bardi, meglio nota come la "commissaria". La dedizione al lavoro e il suo grande fiuto le hanno valso la fama di migliore profiler del Centro Italia e l'hanno portata, unica donna, a dirigere la Squadra Mobile fiorentina. Bella senza enfasi, allegra, alta e un po' irrobustita dagli anni, di notte combatte contro i suoi fantasmi – il divorzio, il difficile rapporto con la figlia ventenne, il peso delle crudeltà che incontra – per essere forte e intuitiva di giorno, mettere ordine nel mondo del crimine e gestire le grane del commissariato e le pressioni del Questore. I sospetti cadono dapprima su Tea, la moglie di Nassi, da cui si era appena separata, e i suoi amici Stefano e Giorgio – alquanto intimi – fin dai tempi dell'Università. Ma ci sono in ballo anche gli interessi dell'azienda della vittima, legati a speculazione edilizia e inquinamento ambientale. Tra interrogatori e alibi da confermare, un inaspettato ritrovamento: il diario sentimentale che Stefano ha affidato al suo PC, fonte preziosa di informazioni sulle ambigue relazioni tra i sospettati e non solo... Una protagonista indimenticabile per un'indagine dai risvolti imprevedibili raccontata con lo humour tipico dei fiorentini, sullo sfondo di una città dalla bellezza mozzafiato. «L'ordine imperfetto» è un giallo tutto toscano per gli amanti di Marco Vichi e Antonio Fusco.

«Alla fatica fisica lei non era contraria, era convinta che il corpo dovesse muoversi e lavorare per mantenersi efficiente. I delitti no, erano scelte e azioni umane, di esseri umani perversi o avidi. E proprio perché lei sentiva che erano atti distorti, contrari all'andamento della natura, continuava a sperare che fosse possibile costruire un argine, migliorare le cose. Un ottimismo che lei non giudicava irrealistico. Nel frattempo bisognava rimettere ordine, trovare i colpevoli, scoprire i motivi, fare giustizia.»

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