Ore undici. Il presidente Rorty varca la soglia della sala riunioni. Giovane da sempre, bello e abbronzato dal sole tropicale, percorre con sguardo di ghiaccio il tavolo e annuncia l'inizio del consiglio di amministrazione. Attorno a lui gli undici quadri convocati, pallidi e tesi, inchiodati ciascuno alla propria irriducibile funzione aziendale, undici risorse umane in corso di svalutazione. E ciascuno internamente ribolle di personalissime considerazioni, molto private e molto poco professionali. Mentre lo squalo Rorty snocciola cifre, prospetta tagli, ristrutturazioni ed esuberi, i presenti danno sfogo ai pensieri più intimi e... inconfessabili: il rampante de Vals sogna la fine del suo superiore; il cinico Pujol immagina pornoconquiste in palestra; la povera Françoise si perde in tentativi disperati di conciliare impegni professionali e famigliari; la Castaglione, mangiatrice di uomini, già ha il capo nel mirino... insoddisfatti e assetati di potere, sarcastici e l'un contro l'altro armati, gli undici elaborano strategie di sopravvivenza nella lotta quotidiana. Per una sedia. Uniche eccezioni, il lucido Roussel e l'etereo Alighieri che l'autore, in omaggio al Divino Poeta, colloca rispettivamente nel Purgatorio e nel Paradiso, mentre tutti gli altri si dibattono tra le fiamme dell'Inferno aziendale.)