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Orchidee al chiaro di luna - Carlos Fuentes - copertina

Dettagli

1998
1 gennaio 1998
88 p.
9788876483028

Voce della critica



Fuentes, Carlos, Orchidee al chiaro di luna, costa & nolan, 1998
Novarina, Valère, L'atelier volante, costa & nolan, 1998
recensioni di Vindrola, A. L'Indice del 1999, n. 06

Che cosa può proporsi come obiettivo una collana di testi teatrali in Italia? Può spigolare fra gli autori che nella stagione in corso verranno proposti dalle compagnie di prosa impegnate in consistenti tournée (ed è la via più spesso intrapresa dalla collana di teatro di Einaudi), offrire panoramiche o assaggi di "tendenze drammaturgiche" (appartengono a questa categoria per esempio alcuni volumi della Ubulibri) o pescare nella più ricca produzione d’oltreconfine contemporanea anche in modo non sistematico. A quest’ultimo indirizzo risponde la collana "L’opera drammatica" di costa & nolan, che nell’ultimo anno ha presentato due nuovi titoli.

Carlos Fuentes non ha bisogno di grandi presentazioni: nato a città del messico nel 1928, è stato ambasciatore in Francia e negli Stati Uniti, ha svolto attività giornalistica e insegnato a Harvard, ma è la sua attività di scrittore il filo rosso dei suoi interessi, dove trovano posto anche alcune prove teatrali. A queste ultime appartiene Orchidee al chiaro di luna, costruito attorno a un gioco di specchi fra la realtà e la finzione cinematografica. Nel giorno della morte di Orson welles, due grandi attrici – dolores del Rio e Maria Felix – ripercorrono le loro sfolgoranti carriere: ma in agguato è il dubbio che le protagoniste non siano le due star, bensì due donne qualunque, forse attricette d’avanspettacolo o uomini en travesti che recitano la parte delle due dive in declino.

Di valère Novarina invece costa & nolan propone L’atelier volante, prima prova drammaturgica di questo autore (nato
a Ginevra nel 1942) che ha svolto anche attività di regista teatrale. La data di composizione di quest’opera prima, scritta fra
il 1968 e il 1970 e andata in scena per
la prima volta nel 1974, è certamente importante per capirne la trama. In scena vi sono nove personaggi, di cui sei sono anonimi impiegati il cui nome viene indicato semplicemente con una lettera e che lavorano nell’atelier dei coniugi boucot. I quali sono talmente ossessionati dalla paura di una rivolta dei lavoratori che per tenerli a bada organizzano ogni sorta di diversivo che contribuisca a controllarne la vita, lotterie e spettacoli, quiz e dibattiti... L’orrore per l’anonimato, la paura di un controllo totale sono temi che ricorrono così frequentemente nella storia del mondo dominato dalle "macchine" da apparire magari teatralmente "consunti": ma il teatro di novarina è un teatro di parola, giocato sulla forza e la serratezza dei dialoghi, sul debordare del vocabolario; in particolare
L’atelier volante, come spiega gioia co-
sta nell’introduzione, "è l’incarnazione di un’immagine che accompagna Novari-
na sin dalle origini: quella dell’attore-tubo, corpo forato alle due estremità percorso nel suo interno dalla parola".

(A.V.)

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Conosci l'autore

Carlos Fuentes

1928, Panama

La sua produzione, molto vasta, comprende diverse raccolte di racconti, fra le quali citeremo almeno I giorni mascherati (1954), Cantare di ciechi (1964), Acqua bruciata (1981), e una dozzina di romanzi: L’ombelico della luna (1962), Zona sacra (1967), Terra nostra (1975), Le relazioni lontane (1980), Cristóbal Nonato (1987), Diana o la cacciatrice solitaria (1994), Gli anni con Laura Díaz (1999), L’istinto di Inez (2001), Il trono dell'aquila (2008). Fuentes ha offerto, con il suo corpus letterario, una descrizione dinamica della società messicana, utilizzando a volte tecniche narrative di sapore sperimentale per evocare stati onirici o allucinatori. Il suo libro forse più celebre resta comunque La morte di Artemio Cruz.Degno...

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