Kara Karayev (1918-1982):
Suite orchestrale da Le sette bellezze; Don Quixote, schizzo sinfonico; Leyla e Mejnun, poema sinfonico; Ninna nanna dal balletto Il sentiero della folgore
Queste opere caratterizzate da un lirismo e da ritmi estremamente idiomatici ed eseguite in maniera molto brillante ed evocativa da una Bournemouth Symphony Orchestra in forma smagliante diretta con piglio e molto buon gusto dal suo direttore principale Kirill Karabits, che in questo disco fa il suo esordio nel catalogo della Chandos, segnano l’inizio di una nuova serie dedicata ai compositori tuttora virtualmente sconosciuti dei paesi che un tempo facevano parte della ormai disciolta Unione Sovietica. Il compositore, didatta, studioso di tradizioni popolari e massima autorità della musica dell’Azerbaigian Kara Karayev è stato l’esponente più emblematico del panorama musicale del suo paese per quasi quattro decenni a partire dalle fine della seconda guerra mondiale, al punto da essere considerato tra le figure più carismatiche dell’Unione Sovietica del secondo dopoguerra. Le sue opere traggono ispirazione dalla tradizione popolare dell’Azerbaigian e dal suo originalissimo stile, che affonda le sue radici nella produzione di Dmitri Shostakovich e di Sergei Prokofiev, nei balletti di Piotr Ilic Ciaikovsky e nelle opere fiabesche di Nikolai Rimsky-Korsakov. Alla vigilia del primo centenario della nascita di Karayev, Kirill Karabits rende omaggio a questo compositore dimenticato con una ricca silloge delle sue opere di maggiore interesse, tra cui la suite per orchestra in stile persiano Le sette bellezze (che in seguito sarebbe stata trasformata in un balletto di ampio respiro), un movimento tratto dal balletto Il sentiero della folgore, il vivace Don Quixote (basato sui temi di una colonna sonora) e il poema sinfonico Leyla e Mejnun, basato su una poesia che Lord Byron definì “Il Romeo e Giulietta dell’Europa orientale”.
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