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Ágnes Heller ci narra il caso ungherese, raccontando l’ascesa di Viktor Orbán e con essa i due cambiamenti di sistema che si sono susseguiti nel suo Paese d’origine.
«La Storia può ripetersi, ma mai nella stessa maniera. Le nuove tirannie del genere dell’«Orbanistan» sono ampiamente diffuse sull’intero globo» - Ágnes Heller, TuttoLibri
Gli anni 1989-1991 sono stati, per tutti i popoli dell’Europa orientale, anni di liberazione dal dominio sovietico e dal suo indottrinamento ideologico. Tuttavia, come insegna Hannah Arendt, liberazione non significa ancora libertà, e il proliferare contemporaneo delle destre xenofobe nei Paesi dell’Est Europa lo dimostra. Ágnes Heller ci narra il caso ungherese, raccontando l’ascesa di Viktor Orbán e con essa i due cambiamenti di sistema che si sono susseguiti nel suo Paese d’origine: il primo, dalla dittatura alla democrazia liberale; il secondo, dalla democrazia liberale alla tirannia. Un libro unico, in cui la più celebre filosofa ungherese, anche mettendo a rischio la propria vita, denuncia frontalmente una feroce tirannia che l’Occidente finge di non vedere.
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