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Ho letto con piacere questo volumetto molto ben documentato ed accurato nell'esegesi storico-filosofica delle tematiche oracolari neoplatoniche e bizantine, consigliato soprattutto agli "addetti ai lavori", ma godibile anche per il lettore colto e/o appassionato della materia.
Questa scelta antologica degli Oracoli Caldaici, completata da due appendici del flosofo neoplatonico Proclo e del dotto Michele Iato (XII sec.), è introdotta da una sapiente ed esaustiva prefazione di Silvia Lanzi. Dalle sue pagine veniamo a conoscenza della tormentata biografia e della sterminata produzione letteraria di Michele Psello (1018-1078), massimo studioso e divulgatore di questi frammenti. Psello fu il più appassionato investigatore della tradizioni teurgiche del neoplatonismo tardo-antico, e mentore della rinascita culturale bizantina intorno all'anno mille. Convinto seguace della filosofia platonica, ne tentò il recupero in senso cristiano, attraverso la frequentazione degli ambienti neoplatonici e delle correnti gnostiche. In tale direzione esplorò sia le basi speculative del pensiero caldaico ( dalle radici egiziane e zoroastriche), sia le applicazioni magico-operative, finalizzate a liberare l'anima dalla corporeità, purificandola ed elevandola verso il divino. Gli Oracoli sono costituiti da 226 frammenti, redatti in un greco oscuro in versi esametri intorno al II sec. d.C., probabilmente da un poeta-sciamano chiamato Giuliano, che fuse insieme elementi irrazionali (frutto di oscure pratiche divinatorie e di "trance" medianica) con eredità di poesia orfica, teosofia ermetica, filosofia platonica. Silvia Lanzi introduce il lettore sia nella complessa cosmologia caldaica, sia nei riti che accompagnavano le iniziazioni al culto ( con il sussidio di simulacri animati, oggetti misteriosi, erbe e pozioni magiche, formule apotropaiche), sia nel mondo delle divinità che presiedevano a tali funzioni (Ekate Soteria era la più invocata). Il frammento che a noi moderni può suggerire ancora un'emozione? Questo: "Il corteo degli astri non è stato posto per te".
Il volumetto di 147 pagine curato da S. Lanzi, offre la prima traduzione italiana dei commentari pselliani ai loghia caldaici, unitamente agli estratti procliani e all'Epistola XVII di Michele Italo. Si tratta di un lavoro serio e documentato, anche se non sempre di facile lettura per i "non addetti ai misteri" della teurgia tardo-antica.Complessivamente, un'opera che merita di comparire sugli scaffali della vostra biblioteca.
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