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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2001
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Heinrich Boll, in ''Opinioni di un clown'', dà fuoco alle polveri. Spara dritto, incontenibilmente, contro la società piccolo-borghese; egli è pervaso da istanze libertarie e oppositorie, che si riversano come fiume in piena tra le pagine nel romanzo testé citato. Guerra, dopoguerra e attacco massivo al miracolo economico teutonico sono gli snodi viari attraverso i quali transitano tutte le accuse aperte e sfrontate dello scrittore tedesco. Vi è in tutta la trama una sostanziale solitudine depressiva, una disperazione limitante, una totale negazione al compromesso. Le sentenze di condanna per il benessere e il materialismo sono i supremi atti di rivolta del clown-protagonista, che sull'orlo del fallimento economico-sentimentale sancirà, ancora una volta, il suo ruolo di anti-eroe.
Il protagonista, Schnier, personaggio melenso, imputa tutti i mali della società e, soprattutto, le sue disgrazie personali, prima fra tutte, l'abbandono di Maria sua compagna, alla religione cattolica. Proprio lui, figlio di papà, che in teoria avrebbe avuto la possibilità di avere la strada spianata verso il successo, si trova a finire i suoi giorni derelitto in mezzo ai derelitti. Questo perché, secondo la visione allucinata di Böll, la parola successo nella Germania del dopoguerra fa rima con omologazione e spersonalizzazione dell'individuo. Certo Herr Schnier non è che sia un modello di uomo, un eroe senza macchia e paura, un rivoluzionario dal carattere forte e impetuoso; i doveri e le responsabilità della vita lo atterriscono e il suo più ardente desiderio è di vendere "quaderni e caramelle" e "alla sera" andare "a letto con Maria e dormire accanto a lei". Il sospetto è che se la sua bella non l'avesse lasciato per qualcun altro più cattolico e con i piedi in terra, il ribelle borghese Schnier se ne sarebbe stato tranquillamente rintanato in casa benedicendo la buona borghesia cattolica tedesca. Solo i bambini riescono ad estraniarsi dalle regole piatte imposte dai "principi dell'ordine" dell'onorata società; agli adulti non spetta che attendere "il riposo serale", dove tutto si acquieta e uomini (persino medici e preti) ed animali si assomigliano. "L'aria cattolica" diventa per la pecora nera degli Schnier una cappa che pervade e opprime l'intera società tedesca e il solo mezzo per evitarla è porsi fuori da essa. I fautori della Parola di Dio hanno omesso di ricordare l'importanza "delle donne nel Vangelo" e le ingiustizie perpetrate in nome del denaro. Al fratello Leo che, spazientito, gli chiede che tipo di uomo lui sia, il protagonista risponde: "Sono un clown e faccio raccolta di attimi", come dire, sono e vivo me stesso, unico usbergo per difendersi dalla fatica di vivere, perché se sei spiritoso, sei condannato a recitare quella parte per sempre.
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