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Questa raccolta delle prime opere di Campanile contiene sette libri, oltre a un'introduzione e postfazione di Oreste del Buono. Manca purtroppo "Battista al Giro d'Italia" che è sì del 1932 ma è una raccolta di racconti. Premessa indispensabile: Campanile per me non era autore da romanzi. Ha dato il meglio di sé nel piccolo, come le Tragedie in due battute, le opere teatrali ma anche la critica televisiva. Nei suoi romanzi è difficile tenere a mente la trama: in "Ma che cosa è quest'amore?" ci si perde ad esempio nelle divagazioni assurde e divertentissime che trasformano completamente quelle che altrimenti sarebbero banali storie d'amore ambientate in un periodo in cui il treno la fa da padrone. "Se la luna mi porta fortuna", scritto subito dopo la morte di madre e fratello, ha lunghi tetri incisi che non sembrano neppure campanileschi. In "Giovinotti, non esageriamo!" si inizia però già a vedere il suo stile inconfondibile nelle peripezie dei personaggi, assolutamente slegate al giuoco del calcio che è il tema del libro, cosa che nel 1930 non era così scontata. In "Agosto, moglie mia non ti conosco", le vacanze al mare sono lo sfondo per una commedia basata sulla perdita delle chiavi di una serie di cinture di castità, così come "In campagna è un'altra cosa" e "Amiamoci in fretta" sono classiche commedie, quasi una trasposizione italiana dei libri di Wodehouse mischiate alla commedia degli equivoci... salvo che la seconda ha una chiusa assolutamente spiazzante. Infine, "Cantilena all'angolo della strada"; raccolta di elzeviri, più vicina alla "letteratura seria" dell'epoca, ma a mio parere di livello inferiore alle altre opere. Campanile doveva comunque avere un bel caratterino, visto che come postilla a due delle sue commedie racconta per filo e per segno dove le sue Tragedie in due battute erano state riciclate, con nome e data della rivista :)
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