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Per la prima vota, provando come sempre a boccheggiare qualche sillaba, mi sentirei di dire che ogni periodo andrebbe fischiato, sorseggiata fra le labbra con le note di Kurt Weill, splendido contrappunto a riempire la scena, a ornarla e completarla in una partitura magnifica. Scritto non potrà mai valere, ma si tenta lo stesso proprio per rievocare questo testo mirabile. Nasconde il coltello Mackie Messer mentre ci si inizia a perdere nel canto...."Und der Haifisch, der hat Zähne / Und die trägt er im Gesicht / Und Macheath, der hat ein Messer / Doch das Messer sieht man nicht...". Doveroso omaggio non più a un semplice specifico scritto, ma all'intero teatro brechtiano che di questi influssi, di queste nobili e rivoluzionarie protesi ha fatto il suo registro stilistico, la sua cifra inconfondibile sulle scene della regia moderna. La storia è ben nota: bassifondi, malavita, la Londra dei vicoli putridi, tizi poco raccomandabili, e un gioco di potere e di lotta di classe che avvolge prestissimo pur dentro i paradossi jazzistici che si trascina rigo per rigo..."Rincorri la fortuna, /però non correr troppo! /Tu insegui la fortuna, e lei/ vien dietro a piede zoppo". Già il titolo si propone come una provocante offesa a se stesso, qualcosa che non vale granché, destinata alla putrida borghesia indifferente alla povertà, alle tragedie degli ultimi, veri e unici autori della vita e dell'arte per il genio di Brecht. Ma "viene prima lo stomaco, poi la morale", urlarlo così, da tavole sofferte di palchi, come uno specchio marcio del sociale d'intorno, contro un pubblico che raccoglierà si e no mezza buccia di questi nobili frutti di poesia. Rovesciamento che tutti conoscono e praticano quasi con sciolta tranquillità: banditi e borghesi insieme. Una cosa sola, un corpo perfetto senza nessun travaglio a cucirne le parti. S'incastrano da sole per natura e si promettono fedeltà. Canta ancora Mackie, canta per gli offesi, per noi.... zzistici che si porta dentro. Perchè se
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