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Girato in modo dilettantistico, con pochi mezzi tecnici e macchine digitali dalle prestazioni basse, e ciò è evidente dalle angolazioni visive modeste e prive di effetti-stupore e dalle inquadrature caratterizzate da composizioni instabili e sfilacciate, il regista, per una sorta di fortuna che premia chi va eroicamente contro corrente, riesce a fare di ciò un linguaggio vincente: in quanto quello stile rafforza il senso di realtà e quindi di drammaticità delle scene, facendogli ottenere un grande successo di pubblico se non di critica. Forse uno dei film più sconvolgenti e macabri riguardo al rapporto uomo animali, infatti, due subacquei superstiti restano senza speranza per quasi 24 ore in balia degli squali che aspetteranno senza fretta il momento opportuno per colpire, il tutto sempre ben ripreso dal regista in tanti particolari. Una vicenda risaputa che nulla concede agli spettatori riguardo i giochi della sorte sui due protagonisti.
Recensioni
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Un film strabiliante e spiazzante che ridefinisce il concetto di film acquatico
Trama
Opera seconda del giovane regista Chris Kentis, che lo ha scritto, diretto e montato, il film racconta l'allucinante avventura di una giovane coppia dispersa nell'oceano dopo un'immersione. Il registro stilistico scelto dal regista ci mette in condizione fin dal principio di capire che tra i due qualcosa non va: troppo lavoro, stress, incomunicabilità sono presenze minacciose e persistenti. I due sono alla deriva, e non solo perché lasciati in balia dell'Oceano. La chiave di volta (vincente) della pellicola è proprio il suo saper rappresentare in maniera genuina e valida, gli stati d'animo della coppia in mezzo al mare in una climax discendente che li porterà dall'entusiasmo allo sconcerto, dalla rabbia al panico...Inoltre, a chiusura di 80 minuti tesi e nervosi, arriva come ciliegina sulla torta, un finale spiazzante ed inimmaginabile, allo stesso tempo atipico e paradossalmente coerente con il plot. Una vera sorpresa.
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