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Anno edizione: 2012
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" L'onore dei Keita " presenta una trama lineare, che, per certi versi, ricorda le descrizioni ambientali di George Simenon relativamente all'Africa coloniale, con l'impressione, vissuta anche dall'empatico e razionale commissario Habib e dal suo proattivo ispettore Sosso, di essere invischiati in qualcosa di oscuro e sfuggente. Le indagini prendono l'avvio dal rinvenimento di un cadavere mutilato in una grossa cisterna d'acqua in un cantiere edile nei pressi del Niger. L'ispirazione investigativa del commissario Habib fa sì che le indagini si spostino a Nagadji, un piccolo villaggio, di fede animista, da cui proviene la vittima. E' un villaggio chiuso e ostile verso gli stranieri, in cui ha sede una stazione sperimentale agraria, diretta dall' ingegnere, Thiam, compagno di scuola del commissario. Il villaggio sorge sulle sponde di un affluente del grande fiume Niger ed è dominato da una potente famiglia, quella dei Keita, di stirpe nobile. Le prime indagini portano a scoprire che la vittima è in qualche modo legato alla famiglia dominante, la cui complessità e intricatezza di rapporti interni e diramazioni collaterali sono ben descritte e oggetto di specifiche investigazioni. L'onore della famiglia è in pericolo, gli accadimenti si accavallano e gli incidenti mortali o gli omicidi si susseguono, proprio nei giorni antecedenti i festeggiamenti per il ritorno del Grande Antenato. Le descrizioni delle credenze e dei riti magici locali, all'interno delle tradizioni e della cultura tradizionale africana, danno vivacità al racconto. In effetti il racconto poliziesco sconfina in una saga familiare e contempla le modalità di vita in un periodo di cambiamenti profondi tra tradizione e modernità. Vale la pena di leggerlo.
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