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Anno edizione: 2021
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Dexter Gordon – One Flight Up – Blue Note (1964) – AAA Blue Note Tone Poet (2023) Sin da quando iniziai ad Dexter Gordon, tanti anni fa, mi diede l’impressione di una certa rigidezza e freddezza di stile. Un sassofonista dall’aplomb inglese, per così dire. Austero e compassato. L’approccio a One Flight Up è stato il mio solito: “Lo apprezzerò ma non mi farà impazzire”, sperando sotto sotto di essere smentito. E invece no, neppure questa volta. Prendiamo ad esempio il primo brano, Tanya, della durata di ben 18 minuti, composizione di Donald Byrd. Io dico, dopo diciotto minuti, durante i quali vi è forse qualche ripetizione di troppo, caro Dexter, ti sarà venuto in mente un modo per chiudere ‘sta cosa? Manco per niente, il brano sfuma. Dopo diciotto minuti con lo stesso motivo conduttore (tenuto in evidenza da Kenny Drew), sfuma. La ballad del Lato B l’ho trovata un po’ ingessata; l’ultimo dei tre brani è una composizione di Kenny Drew, che assieme a quella di Donald Byrd sembra sia stata scritta per un progetto da collettivo musicale, essendovi un filo che unisce i due pezzi. Arte Taylor giganteggia, anche perché la sua batteria è stata ripresa in modo tale da risultare in primissimo piano. Donald Byrd si distingue con un timbro chiaro, ampio, pulitissimo, alla Miles Davis. Niels-Henning Ørsted Pedersen è al suo solito un riferimento del contrabbasso jazz, e Kenny Drew difende il fortino dal suo pianoforte. La registrazione è da paura: batteria che pare quasi sovra-incisa, tanto si staglia con realismo sul diffusore di destra, una trasparenza da nastro a due tracce, dinamica a profusione e sax…con leggero riverbero ma molto nitido. Un bel disco senz’altro, Hard-Bop (con gli echi funk di Tanya) ricercato, forse anche troppo. Stupenda la copertina Stoughton doppia, con un'iconica fotografia di Gordon seduto al bar. Riversamento Full Analogue e stampa di qualità RTI. Voto artistico: 8 1/2 Voto tecnico: 10
Dexter Gordon è il sassofonista di cui ho più dischi. Sin da quando iniziai ad ascoltarlo, tanti anni fa, mi diede l’impressione di una certa rigidezza e freddezza di stile. Un sassofonista dall’aplomb inglese, per così dire. Severo e compassato. One Flight Up apre con “Tanya”, della durata di ben 18 minuti, composizione di Donald Byrd. Io dico, dopo diciotto minuti, durante i quali vi è forse qualche ripetizione di troppo, caro Dexter, ti sarà venuto in mente un modo per chiudere ‘sta cosa? Manco per niente. Dopo diciotto minuti con lo stesso motivo conduttore (tenuto in evidenza da Kenny Drew), il pezzo sfuma. La ballad del Lato B l’ho trovata un po’ ingessata; l’ultimo dei tre brani è una composizione di Kenny Drew, che assieme a quella di Byrd sembra sia stata scritta per un progetto da collettivo musicale, essendovi un filo che unisce i due pezzi. Arte Taylor giganteggia, anche perché la sua batteria è stata ripresa in modo tale da risultare in primissimo piano. Donald Byrd si distingue con un timbro chiaro, ampio, pulitissimo, alla Miles Davis. Niels-Henning Ørsted Pedersen è al suo solito un riferimento del contrabbasso jazz, e Kenny Drew difende il fortino dal suo pianoforte. Il disco è stato registrato in Francia, il 2 Giugno 1964, da Jacques Lubin, agli studi della CBS di Parigi ed il suono è complessivamente di altissimo livello. Batteria che pare quasi sovra-incisa, tanto si staglia con realismo sul diffusore di destra, una trasparenza da nastro a due tracce, dinamica a profusione e sax nitidamente ripreso. Un bel disco senz’altro, Hard-Bop (con gli echi funk di Tanya) ricercato, forse anche troppo, ma nella discografia di Gordon c'è di meglio. Confezione lussuosa con copertina doppia Stoughton, riversamento Full Analogue, direttamente da nastro master, stampa americana della RTI. Voto tecnico: 10 Voto artistico: 8 1/2
Da prendere ad occhi chiusi appena disponibile. Infatti è finito e quasi introvabile. Stampa RTI ma artisticamente oltre... Tra i più bei dischi jazz mai fatti
Recensioni
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