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Una raccolta di brevi racconti davvero lodevoli, si legge con estrema facilità, ammirevole la costruzione delle trame che si intrecciano e si dipanano con una semplicità da rendere la lettura scorrevole e mai noiosa, stiamo comunque parlando di racconti di autori italiani tutti di alto livello e in forma smagliante. Promosso e ringrazio la persona che me lo ha regalato, tempo fa, era come una mamma e conoscendo la mia attività ha pensato bene di comprarmelo. Non sono molto attratto dalle raccolte ma questa merita davvero la lettura. Syd
11 racconti per 11 misteri o vicende oscure italiane. Dagli anni che vedevano la nascita della nostra repubblica, con la finta epurazione dei funzionari del governo fascista, fino ai giorni nostri, con lo scandalo doping e i segreti che circondano le comunità cinesi. Perchè questo libro? Come spiega Daniele Brolli nell'introduzione, la parola “omissis” oggi indica quelle parole che nei rapporti vengono omesse, taciute, che è meglio non sapere. Per nascondere tutta o una parte della verità dei vari misteri della nostra storia: a queste storie avvolte nel mistero, piene di sospetti (depistaggi, servizi deviati, politici collusi con la mafia, neofascisti, loggie massoniche) si sono ispirati scrittori e autori noir, giornalisti, storici, poliziotti. Piazza Fontana, Ustica, Strategia della tensione, Gladio, Loggia P2, Neofascismo, mafia, gli ambigui rapporti con Gheddafi ... quanta parte della nostra storia è piena di bugie, di misteri che ci accompagnano da più di cinquant'anni di Prima e Seconda Repubblica. Tanto che non dovremmo più chiamarli misteri, ma segreti. La verità è lì, potremmo prenderla, guardarla, toccarla, leggerla, ma sopra c'è qualcosa, una menzogna, una deviazione, una bugia che ce la nasconde, la fa sparire, la rende segreta. (Da “Nuovi misteri d'Italia” di Carlo Lucarelli). Sembra paradossale, ma allora, per raccontare questa verità possono servire, laddove le sentenze (per le stragi ad es.) e la storiografia ufficiale sono latitanti o incomplete, i racconti noir di questa raccolta. Chi ha detto che la letteratura non può aiutare a scoprire la verità? Verità che viene raccontata non attraverso i personaggi famosi, i grandi, ma tramite uomini comuni, testimoni spesso fortuiti di trame occulte, di misteri si cui è meglio tacere, vittime inconsapevoli di situazioni più grandi di loro.
Interessante. Scritto bene. Dal alcuni autori sicuramente meglio che da altri. Nel complesso però un lavoro molto apprezzabile; è senza dubbio uno spaccato della nostra non del tutto passata storia politica recente. A tratti davvero fin troppo "verosimile" alla realtà........Cioò letterariamente è positivo,politicamente e storicamente è angosciante e preoccupante.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Gli "omissis" indicano le parole che nei documenti ufficiali è meglio non far conoscere. La loro presenza, come è noto, ricorre in molte vicende italiane, più o meno recenti. Di fronte agli spazi lasciati vuoti dalla verità ufficiale, questa raccolta prova a mettere al lavoro la letteratura, presentando undici racconti per altrettanti misteri o vicende oscure. Dalle stragi degli anni settanta alle connivenze tra mafia e apparati dello stato, dalle troppe continuità nel passaggio dal fascismo alla democrazia ai controversi rapporti con l'Europa dell'Est negli anni della guerra fredda, dal traffico di immigrati alla realtà della tossicodipendenza fino al dilagare del doping e della corruzione nello sport, sono molti e assai diversi tra loro i temi affrontati, su cui si cimentano autori affermati della letteratura gialla e nera italiana (come Colaprico e De Cataldo) e autori meno noti al pubblico. Diverse le strade battute sia sul versante tematico (più scontato il confronto con la stagione dello stragismo e dei servizi deviati, più interessante e generalmente meglio riuscito quello con i grandi problemi dell'oggi) sia sul piano stilistico e narrativo (rispetto al quale, in molti racconti, si registra un eccessivo ricalco dei moduli espressivi del reportage giornalistico e una non sempre compiuta elaborazione letteraria). Rimane, nell'insieme, l'impressione di un certo manierismo, di forma e contenuto, che sembra aver ormai avvolto larga parte della debordante produzione gialla e nera italiana. E una certa difficoltà, al di là delle pur condivisibili rivendicazioni e delle non rare eccezioni, a presentare realmente uno sguardo critico sulla nostra società: capace cioè di aggredire in profondità gli aspetti più controversi e non di limitarsi a scattare superficiali fotografie.
Alessio Gagliardi
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