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Gli studi televisivi che ospitano questo Grande Fratello immaginario, ambientato a Torino, sorgono poco lontano dalle sponde del fiume Stura, in un'ex area industriale abbandonata. È qui che un bel giorno, così comincia il romanzo, un occhio di vetro rotola a terra. Il proprietario è Renato, uno dei protagonisti dello show, che ha il buon gusto di cavarsi la protesi per attirare l'attenzione del pubblico. Andrea Forte, il bello della compagnia, viene inquadrato dalle telecamere con l'occhio in mano quando cade a terra all'improvviso, morto. Una volta accertata la natura dolosa del decesso, nessuno può lasciare la Casa. Così la cerchia dei sospettati è comodamente disponibile, ma chi ha ucciso potrebbe colpire di nuovo. Tutto a telecamere rigorosamente accese. Gli autori di questo vivace romanzo, alla loro prima collaborazione, giocano con le tendenze televisive del momento proiettandole sullo spazio improbabile della loro città. C'è da ridere, ma non è tutto qui. Il doppio nodo che in copertina lega il romanzo al consumo di massa, ossia il richiamo al fenomeno televisivo unito alla scelta del genere noir, dissimula quel che diventa chiaro fin dalla prima riga. "Ruzzolando, l'occhio fasullo rimbalzò rotondo". Una briosa allitterazione, tanto per chiarire che chi scrive conosce il mestiere. È una scrittura a tratti esigente, che sa avvalersi di trovate brillanti, come quella di cedere ad alcuni personaggi la passione sfrenata per la parola. Il commissario Sartorelli, fissato con l'etimologia, è lo spirito indagatore che cerca il senso degli eventi a partire dai nomi con cui le cose vengono chiamate. Secondario, ma godibilissimo, il dottor Corbi, un commercialista che pensa per metafore e se ne compiace. Tutto lascia pensare che la prossima opera si allontanerà da generi e temi commerciali. Staremo a vedere.
Eva Milano
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