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Questo film è il remake del film coreano di successo, qui diretto da Spike Lee, che lo gestisce con modifiche rispetto all’originale, ma non tanto esorbitanti. Anche il rapimento dura vent’anni invece di quindici, ma la base rimane stabile. Per chi ha visto il film originale, al di là della regia e delle interpretazioni, niente di nuovo. Comunque sempre interessante.
Spike Lee torna al manga di Garon Tsuchiya e Nobuaki Minegishi e ci torna alla grande. Allo sceneggiatore del remake americano, Mark Protosevic, però, interessa meno la storia di ritorsione e castigo rispetto al discorso melodrammatico sulla relatività del tempo, che comincia nel delirio dell'ubriachezza, e prosegue, in crescendo, nel racconto della prigionia, per poi farsi gigantesca beffa della sorte, che mescola e contamina passato e presente. La regia di Spike Lee è elegante ed intrigante: la presenza di Josh Brolin è superba, perfettamente in simbiosi con la poesia presente, per quanto nerissima e bestiale. La sua non è tanto una ricerca interiore, di cui il sangue e le viscere sarebbero sintomi e singulti, ma la "quest" di un improvvisato detective, ripulitosi in fretta da ogni lordura morale e incappato altrettanto rapidamente nella samaritana Marie Sebastian. Non si pone tanto il problema di avvertire o meno la necessità del remake: non si avverte, in fondo, nemmeno la natura di puro rifacimento, tanto è lontano lo spirito che anima i 2 film e tanto è astuta la mano di Lee nel contenere il confronto con il cineasta coreano, omaggiandolo esplicitamente in alcune sequenze cult e optando per un punto di vista più aereo il resto del tempo. Si pone, invece, la questione del tono. A distanza di 10 anni dall'originale, anche Lee mantiene bassa l'ironia che c'è soprattutto nella prima parte, infilata tra un raviolo al vapore e un'apparizione di Samuel L. Jackson. Le motivazioni psicologiche di Joseph, vittima a tutto tondo, serve felicemente il film, non contraddicendo la follia maniacale della vendetta e il percorso di disumanizzazione che porta con sé. Bellissmo!
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