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Il primo romanzo della fortunata trilogia dell'autrice britannica Jane Gardam con protagonista Sir Edward Feathers, uno spaccato di storia inglese sullo sfondo della fine dell'Impero.
«Vita facile la sua. Diciamo che mai niente gli è accaduto, a parte avere successo». Così commentavano alcuni colleghi che della vita di Edward Feathers hanno conosciuto solo gli ultimi e più sereni momenti della sua lunga e brillante carriera. In realtà, i grandi successi conquistati nella colonia britannica di Hong Kong come avvocato e poi come giudice (carriera che in questo libro, primo di una trilogia, è appena accennata) avevano avuto come poco promettente premessa i lunghi anni di vicissitudini come «orfano del Raj». Orfano del Raj sia perché strappato (come molti figli dei funzionari e residenti coloniali) dalla sua Malesia per seguire il percorso educativo in madre patria spezzando il contatto con gli affetti dell'infanzia; sia perché uomo dell'ultima generazione, quella che vide la fine del gran teatro dell'Impero. Chiamato con vari nomignoli – Teddy, Eddie, Fevvers, Old Filth (da Failed In London Try Hong Kong, ma che significa anche Vecchia Schifezza) – ognuno corrispondeva a una stagione dell'esistenza: l'infanzia felice in Malesia con l'inseparabile ragazzina del villaggio che gli faceva da madre, le cuginette Babs e Claire che ritorneranno nell'estrema vecchiaia, la scuola con zietta May e Sir che gli fa superare la balbuzie, la terribile mamma Didds in Galles, il collegio col grande amico Pat e Isobel con il viso di leonessa, la guerra avanti e indietro sui cargo attraverso l'oceano, l'incontro con un piccolo baro orientale, la moglie Betty compagna enigmatica fino alla fine... Old Filth, più che ottantenne, nel suo ritiro dorato, ricorda a sprazzi, mescolando al passato remoto il presente, scavalcando del tutto – come una menzogna – la lunga stagione della affermazione professionale. Questo appassionante romanzo malinconico e misterioso, nella lista dei cento migliori romanzi inglesi di tutti i tempi – secondo un sondaggio tra gli spettatori della BBC –, racconta di un uomo che attraversa le innumerevoli possibilità della vita cercando alla fine, con disperazione, di raccapezzarcisi; rappresenta nell'esistenza di un singolo la scomparsa di un universo, così come Kipling ne celebrava nelle vite di altri lo splendore.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho girato intorno a questo romanzo più e più volte poi, approfittando delle offerte Sellerio, l'ho acquistato. Non me ne sono pentita perché offre un'insolito punto di vista sull'Impero Britannico. Racconta, infatti, non i colonizzatori vincenti né i colonizzati sconfitti ma quei servitori dell'Impero che pagarono sulla loro pelle le conseguenze della spietatezza del suo dominio. Il tutto con una prosa molto moderna per una scrittrice degli inizi del secolo scorso. Curioso che la lettura abbia coinciso con la scomparsa della regina che fu la più importante servitrice dell'Impero. Già acquistato il seguito "L'uomo dal cappello di legno" ( il romanzo è il primo, infatti, di una trilogia; mi auguro che Sellerio ci offra presto il terzo "Last friends" non ancora edito in italiano.)
Mi è piaciuto molto questo libro in cui il giudice Feathers rievoca la sua avventurosa e pericolosa vita,che tutti giudicano facile e noiosa. Nessuno di noi conosce le vite degli altri ,anche di quelli a noi più vicini,come il giudice che non sa niente della moglie con cui ha condiviso tanti anni.
Il giudice Edward Feathers racconta la sua vita. Passato e presente si alternano; i ricordi si affollano, senza ordine, nella sua mente. A quasi ottant'anni è ritornato, insieme alla moglie Betty, in Inghilterra, dopo essere stato giudice a Hong Kong. Era nato in Malesia ed era considerato un "orfano dell'Impero". Gli "orfani dell'Impero" o "Orfani del Raj" erano i figli di funzionari inglesi, nati "nei domini e protettorati dell'Impero Britannico nel subcontinente asiatico" che all'età di quattro-cinque anni venivano caricati su una nave e mandati in Inghilterra per frequentare le scuole inglesi. Una volta giunti sul suolo inglese, venivano affidati ad una famiglia. Quella in cui finì il giudice era governata dalla terribile mamma Didds. Feathers ricorda: "Mio padre non aveva chiesto informazioni sulla mia famiglia adottiva, era stata scelta perché costava poco. Se non vieni amato da piccolo, non puoi sapere come si ama un bambino, ti manca la conoscenza preliminare. Possiedi solo un'ignoranza che rischia di produrre dolore. Io, da quando avevo quattro anni e mezzo, non sono più stato amato. Se lo immagina fare il padre in queste condizioni? ... Io odio i bambini. Betty ha capito che non dovevamo avere bambini perché io stesso ero un bambino". Il giudice era nato quando l'Impero era all'apice, ora a ottant'anni, si rende conto, con amarezza e rammarico, che: "Tutto l'Impero è andato. Come gli antichi romani. Non è neanche più sui libri di storia. Finito. Perduto. Morto. Passato".
Recensioni
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