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Un racconto satirico, una farsa sul gallismo che ha per protagonista un «ingravidabalconi» del Mar Nero.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Chi e' Marat? E' gigione, pavone, non tanto balanzone ma sicuramente capo-claque di se' stesso (grazie a Camillo Langone per gli aggettivi). Si vanta delle sue imprese amorose impossibili e fa bene a farlo: si e' all'epoca di Stalin, viene da Sokhumi in Abkhazia - cioe' la California dell'URSS - e si sente tutta la sua voglia di vivere nonostante il regime e le sue assurdita'. Ama le donne e da' loro la caccia: pero' rischia di far danno, soprattutto quando ci prova con l'amante di un suo terribile concittadino. Potrebbe davvero lasciarci la vita. Ma Marat va avanti, e tra Zejneb e il suo serpente che a noi ricorda tanto Cicciolina con Pito-Pito, la scienziata tutta curve e le foto scollacciate che gli causano un processo le risate a denti stretti sono garantite. Da notare che questo racconto venne pubblicato nel 1979 a Parigi, perche' a Mosca la censura non lo avrebbe mai lasciato passare. L'ironia anti-regime e la scarsa sensibilita' per le convenzioni sociali non andavano giu' ai funzionari statali. Favoloso il suo ascoltatore/nostro narratore, il quale intende che almeno il 50% e' tutta fuffa e ciononostante ce lo porge su di un piatto d'argento.
Recensioni
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