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Recensioni Ogni ventiquattro anni

Ogni ventiquattro anni di Sauro Ghigi
Recensioni: 4/5

Vicende e personaggi solo apparentemente diversissimi tra loro convivono e interagiscono avanti e indietro nel tempo, con un invisibile filo conduttore che li lega e che è rappresentato dalla precisa periodicità (ogni ventiquattro anni) con cui i fatti e gli accadimenti sembrano, stranamente ma puntualmente, riproporsi.

Saverio Guerra è un ragazzo estroverso e innamorato della vita ma nel 1993, fresco di laurea, non riesce ad immaginare la sua. L’incontro e il confronto con Enrico Benci, un vecchio ingegnere disincantato e a tratti cinico che ha vissuto in prima persona la Resistenza ma soprattutto ha pagato a carissimo prezzo con la scomparsa del suo unico figlio Michelangelo gli anni di piombo e prima ancora quelli convulsi del Sessantotto, saranno la molla che lo spingerà a trasferirsi a Milano lasciando la piccola Comularo incastonata tra Umbria e Toscana e le certezze e le sicurezze che la varia umanità che lì vive da sempre rappresentano. L’arrivo nella Milano di Mani Pulite e del conseguente terremoto politico e sociale, insieme e soprattutto all’incontro con Silvia, avranno come effetto un tourbillon di accadimenti sempre più veloci e di decisioni sempre più radicali, che sfoceranno a migliaia di chilometri di distanza e a contatto con una molteplicità di personaggi dalla provenienza e dalle sfaccettature più diverse, in un epilogo inatteso e sorprendente.)
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