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"L'autore di questo libro-suite ama procedere per associazioni che scaturiscono l'una dall'altra, come un libero divagare della mente riferito in presa diretta: apparentemente slegate e invece rette saldamente da un filo di biografia interiore, che dà vita a una sorta di sotterraneo e inconfessato romanzo di formazione.La lingua vi è complessa, e sembra spontanea; è studiatissima e sembra colloquiale, con rinvii sapidi e ricchi di senso alle parlate locali - siamo in Svizzera, gomitolo inestricabile, sotto traccia, di culture, dialetti, tradizioni - e col tappeto di citazioni di versi celebri o di canti, contrappunto ironico di reminescenze che scattano come automatismi inesorabili.La situazione e il pretesto - il ritorno da un congresso di scrittori, gli occhiali smarriti o sottratti - sono impeccabili nel dare il tono alla musica, perché nel loro grottesco così esplicito scongiurano qualsiasi rischio di sentimentalismo. Sono anzi un'esca per il lettore, irretito da un continuo giuoco di sarcasmi e sprezzature divertenti e godibili. Per poi trovarsi immerso fino al collo (il lettore), grazie a un sapiente crescendo emotivo dal quale si è lasciato quasi inconsciamente coinvolgere, in un finale di impatto fortissimo che può dare, come la vita spesso fa, i brividi".
"L'autore di questo libro-suite ama procedere per associazioni che scaturiscono l'una dall'altra, come un libero divagare della mente riferito in presa diretta: apparentemente slegate e invece rette saldamente da un filo di biografia interiore, che dà vita a una sorta di sotterraneo e inconfessato romanzo di formazione.
La lingua vi è complessa, e sembra spontanea; è studiatissima e sembra colloquiale, con rinvii sapidi e ricchi di senso alle parlate locali - siamo in Svizzera, gomitolo inestricabile, sotto traccia, di culture, dialetti, tradizioni - e col tappeto di citazioni di versi celebri o di canti, contrappunto ironico di reminescenze che scattano come automatismi inesorabili.La situazione e il pretesto - il ritorno da un congresso di scrittori, gli occhiali smarriti o sottratti - sono impeccabili nel dare il tono alla musica, perché nel loro grottesco così esplicito scongiurano qualsiasi rischio di sentimentalismo. Sono anzi un'esca per il lettore, irretito da un continuo giuoco di sarcasmi e sprezzature divertenti e godibili. Per poi trovarsi immerso fino al collo (il lettore), grazie a un sapiente crescendo emotivo dal quale si è lasciato quasi inconsciamente coinvolgere, in un finale di impatto fortissimo che può dare, come la vita spesso fa, i brividi".
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