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Bel libro ben scritto
Sulla Repubblica di Venezia ho letto una dozzina fra libri e saggi ma, come sempre, la storia la scrive chi ha il potere. In questo caso, il patriziato veneziano suddiviso in qualche decina di famiglie e casati dal nobil rango, tutti iscritti sul Libro d’Oro. A Venezia, pare che, a differenza di altri stati, non c’era una separazione netta tra classi sociali e l’aristocratico e il plebeo potevano vivere addirittura sullo stesso palazzo. Stranieri e profughi respinti da tutti, pare trovassero quartiere nella capitale lagunare. Tutto questo ci dà una foto di una Repubblica diversa, più umana, lontana dagli stereotipi medioevali, ma che, a pensarci bene, non riusciamo a capire se non si legge questo libro di Barbero. E’ vero, la trama è semplice ma io che ho il cipiglio dello storico, solo grazie a “Gli occhi di Venezia” sono riuscito a entrare nelle calli di una Venezia stanca, affamata, fredda, cupa, autoritaria. Sono riuscito a percepire l’arroganza del signorotto di turno, a raggelare per una sentenza dei Dieci, a sentirmi braccato anche a migliaia di km di distanza da un bando . Sono arrivato persino a respirare l’odore della “galera”, condividere i disagi della ciurma e imbracciare il remo accanto a dei compagni “galeotti” e alle loro storie personali. Il Diavolo sta nei dettagli! Grazie per questa archibugiata di realismo, professore!
Romanzo un tantino prolisso. Una prima parte gradevole ed un epilogo interessante. Forse 300 pagine sarebbero state sufficienti a rendere il romanzo più scorrevole, avvincente ed intrigante.
Recensioni
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Bianca e Michele sono giovanissimi: diciassette anni lei, diciannove lui.
Si sono appena sposati e stanno imparando a conoscersi, nel carattere e nell'intimità.
Vivono nella Venezia di fine Cinquecento, nella casa dei genitori di lui nel Sestiere Dorsoduro, e Michele lavora come muratore aiutando il padre Matteo, artigiano maestro. Non sono certamente agiati, ma sopravvivono dignitosamente.
Improvvisamente tutto cambia. Matteo insulta il nobile ser Girolamo Lippomano, procuratore di San Marco, uno dei diplomatici più apprezzati della Repubblica - in partenza come ambasciatore per Costantinopoli con il compito importante di acquistare grano - che non vuole corrispondergli il denaro dovuto per i lavori del nuovo palazzo in costruzione. La vendetta del potente senatore non si fa attendere, decisa dal Consiglio dei Dieci con l'unica astensione di ser Alvise Bernardo, figura positiva che tornerà nella storia.
Quando una pattuglia si avvicina a padre e figlio a Rialto per arrestare l'uomo, ne nasce una colluttazione che porta alla morte del vecchio e alla fuga forsennata di Michele. È evidente che un arresto - malgrado l'assoluta innocenza del giovane - avrebbe conseguenze disastrose. L'unica via di uscita è imbarcarsi al volo come rematore su una galera in partenza.
Bianca e la suocera restano sole, l'una vedova e l'altra ignara della sorte del marito, in una Venezia dove sopravvivere non è facile. Bianca riprende il suo lavoro di lavandaia, quello che sa fare, ma i soldi che guadagna non bastano a sfamare anche la suocera e pagare l'affitto. Così è costretta a mandare al ricovero l'anziana e a cercare servizio in qualche casa.
Seguiamo le due vite di Bianca e Michele, parallelamente, lungo tutte le pagine del romanzo, con sempre maggior apprensione per il destino dei due giovani. Lui imbarcato da una galera all'altra, alle prese con i veneziani e con i genovesi, con i pirati e con i mercanti - e testimone casuale di un evento che si rivelerà importante -, a stretto contatto con i suoi compagni, schiavi, forzati e liberi, tutti sfruttati al massimo in un lavoro massacrante, tra onde e porti del Mediterraneo, da Napoli a Palermo, da Creta a Costantinopoli. Con alcuni di loro nasce una amicizia data dalla comunanza di sorte e Michele si troverà a conoscere persone molto diverse da lui, ma a convivere con loro abbastanza facilmente.
Nel frattempo Bianca, tra alterne vicende, trova un'altra solidarietà, altre amicizie. Divide la casa, le spese, il cibo con alcune donne, viene spinta da una di questa a mendicare, c'è in agguato la prostituzione e il serrato corteggiamento di un altro uomo, ma arriva anche un incontro positivo, un nume tutelare, Clarice, moglie di Lorenzo Bernardo e nuora di Alvise, che sarà anche colei che cucirà le storie di tutti i protagonisti.
Qui nel romanzo si inserisce la Storia e per qualche capitolo seguiremo anche l'importante compito affidato a ser Lorenzo da Zuanne Morosini.
Inevitabile un collegamento tra questa complessa e ricca storia e quella dei Promessi Sposi. Altro contesto, epoca appena antecedente, protagonisti meno ingenui e creduloni - e anche meno innocenti di quelli manzoniani - ma il tracciato delle due vicende corre parallelo. Anche qui ritroviamo due innamorati divisi (potremmo definirli i Novelli Sposi), incontriamo le ingiustizie del potere accanto alla generosità e la saggezza di alcuni potenti, anche qui di fianco alla vicenda privata di due giovani scorre il fiume della Storia.
Potremmo definirlo una versione disincantata, più moderna della storia di Renzo e Lucia: un libro semplicemente bellissimo.
A cura di Wuz.it
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