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Oberdan si lamentava - Francesco Berni - copertina
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Oberdan si lamentava
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Descrizione


Tra le luci e le ombre della profonda provincia italiana, Oberdan, proprietario dell’Osteria La Bionda, si lamentava. Contaminato da invettive contro assessori corrotti e potenti di turno, riflessioni e battute triviali, visioni filosofiche del mondo e vicende sentimentali, "Oberdan si lamentava" si sviluppa intorno al borbottante punto di vista del protagonista che, insieme ai suoi dipendenti e ai clienti più affezionati, tenta in tutti i modi di difendere e salvare la cosa su cui ha investito di più: la sua attività. Nel romanzo si trovano gli affanni e le angosce di un oste di provincia, i rimpianti, il passato che ritorna, i cerchi che si chiudono e tutta la meschinità e la gentilezza che può albergare nell’animo di un precario imprenditore di se stesso.
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Dettagli

2020
20 dicembre 2020
176 p., Brossura
9788892790650

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 5/5
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Francesco P.
Recensioni: 5/5
Uno spaccato di provincia

Acquistato su consiglio di un amico, una gran bella scoperta: parte piano ma diventa sempre più coinvolgente e convincente pagina dopo pagina, con l'autore che racconta una provincia geograficamente individuabile, ma universale in tutta la penisola. Personaggi credibili e ben scritti, dialoghi spesso molto divertenti e riflessioni che chiunque abbia vissuto in provincia e abbia tra i 25 e i 40 conosce bene; bella scrittura, bel ritmo. Divertente ma amarissimo, con una conclusione perfetta.

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Fabio
Recensioni: 5/5
Coinvolgente, ironico, vero

“Oberdan si lamentava” è una vivace rappresentazione della vita provinciale di un capoluogo del centro Italia, con chiari riferimenti ai luoghi in cui l’autore è cresciuto, che penetra nel gusto e nella sensibilità dei lettori che hanno condiviso quegli ambienti. Ma l’ispirazione di questo romanzo è di ampio respiro, rendendolo un’opera che va ben oltre le specificità locali, che offre una visione ironica e tremendamente realista delle vicende di un piccolo imprenditore italiano alle prese con una società segnata dai conflitti e dalla violenza politica. Tutta l’interiorità di Oberdan, con le sue riflessioni, le sue amarezze, e con le sue lamentele, impregna la trama e la arricchisce con un’analisi psicologica ed esistenziale appassionante. Oberdan è un giovane adulto cresciuto con l’obiettivo di una riscossa da un passato di depressione, isolamento e indecisione. Costruisce un’alienante immagine pubblica di se stesso, quella di un tipo scaltro, empatico, carismatico e attrattivo. E finisce per diventare ciò che non voleva diventare. Impara e mette in pratica il cinismo degli affari, aderisce alla meschinità dei circoli influenti, adotta quella condotta machiavellica che odiava, invocando a sua giustificazione una necessità data dalla cruda realtà. Fino a rendersi conto di aver messo in gioco tutto e di essersi dimenticato di se stesso. Un lettore esigente potrebbe dirsi disturbato da un’ironia a volte disconnessa, dal ripetersi a volte forzato di alcune espressioni, o da altri connotati stilistici che in alcuni passaggi riducono la scorrevolezza del testo. Ma non potrebbe non riconoscere l’efficacia narrativa e lo spessore del pensiero esistenziale e sociologico che è alla base di questo libro. Un libro che cattura e che ogni volta si lascia con la voglia di riaprirlo per andare avanti con la storia.

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Ario
Recensioni: 5/5
Completo, originale, esistenzialista e ironico

Uno spaccato dell'Italia di oggi raccontato da un ragazzo 30enne di provincia (ma che potrebbe tranquillamente essere anche di città), costretto a scendere a patti con la realtà come praticamente tutti quelli appartenenti alla generazione del protagonista (i Millenials). La storia è tanto realistica quanto imprevedibile, non manca davvero niente tanto che riesce a sorprendere il lettore fino alla fine. Personaggi ricchi, a tutto tondo e senza stereotipi (salvo alcune eccezioni) nonostante l'ambientazione in provincia. Se la nostra epoca è diventata una giungla in cui si combatte una guerra subdola al solo scopo di sopravvivere..... allora l'arma migliore è l'ironia.

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Conosci l'autore

Francesco Berni

(Lamporecchio in val di Nievole, Pistoia, 1497 ca - Firenze 1535) poeta italiano. Figlio di un notaio, studiò a Firenze e nel 1517 si recò a Roma presso il cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena (suo lontano parente), alla morte del quale, nel 1520, passò al servizio del nipote Angelo Dovizi. Nel 1522, con l’elezione di Adriano VI, contro il quale B. aveva lanciato strali feroci, dovette lasciare Roma; fu ancora al servizio di Giovan Matteo Giberti e, nel 1532, del cardinale Ippolito de’ Medici a Firenze, dove, coinvolto in intrighi di corte, morì forse avvelenato. Compongono la non amplissima opera di B.: Carmina in latino, convenzionali e tutt’altro che «berneschi», rime d’occasione, sonetti di diverso argomento, scherzi scenici come La Catrina (scritta verso il 1516 e pubblicata postuma...

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