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"Non è possibile liberarsi del passato con un solo gesto", sembra ammonire l'autrice nell'introdurre gli abitanti della comunità rurale di Utopia. L'ex uomo d'affari Joe Lockman, pur rispettando i principi ispiratori di eguaglianza e fratellanza, intende "beneficiare della situazione più di chiunque altro". Il radicale bohémien Macdermott è bravo ad argomentare, ma quando gli danno ragione incomincia a dubitare della "corrente di passione" che lo ha trascinato fin lì, e così passa al campo avverso. Al di là delle peculiarità individuali, poi, tutti gli abitanti di Utopia tendono a dividersi in due gruppi. Da una parte, vi sono i "realisti", capeggiati da Will Taub, eredi del socialismo scientifico e ormai, di fronte al fallimento del loro ideale, induriti "fino a degenerare nel cinismo più corrosivo". Taub e la sua fazione attendono infatti il fallimento di Utopia, pur non intendendo fare nulla per provocare il disastro. Tra gli esponenti del partito opposto, i "puristi", spicca invece la personalità di Katy, tenace ed egocentrica, abituata a piacere e a sorridere. Nel descriverla, Mary McCarthy ironizza su se stessa, mentre per la figura di Will Taub, come mette in luce la postfazione di Maria Rosaria De Bueriis, si ispira all'animatore della "Partisan Review" Philip Rahv.
L'autrice, insieme ad alcuni dei più celebri New York Intellectuals degli anni quaranta, era assidua collaboratrice del periodico fondato da Rahv e William Phillips nel 1934, divenuto, dopo il trauma procurato all'intelligencija radicale dai "processi di Mosca" del 1936, un fondamentale punto di incontro e di discussione della sinistra americana antistalinista e "marxista indipendente". Insieme a Nicola Chiaromonte, che compare nel romanzo nelle vesti di Monteverdi, il fondatore della colonia, e a Dwight Macdonald, ex-trockista e promotore della rivista "Politics", Mary McCarthy militava nell'ala sinistra della "Partisan Review", contraria, negli anni della guerra mondiale, alla partecipazione militare statunitense, poi critica non solo del marxismo sovietico e dell'opposto anticomunismo conservatore, ma anche degli orientamenti liberal prevalenti nella cultura politica americana. Come Katy nel romanzo è affascinata dalle idee di Monteverdi, l'autrice fu attratta, inoltre, dagli Europe-America Groups di Chiaromonte, ispirati al progetto di una comunità internazionale e cosmopolita di intellettuali che fossero a favore del dialogo e contro la "guerra fredda" e i suoi antagonismi. Non mancarono, tuttavia, i contrasti interni. L'antistalinismo tenace di Macdonald venne considerato "manicheo" da Chiaromonte, che invitò il compagno americano a riconoscere le "zone grigie", nell'Unione Sovietica così come negli Stati Uniti. Questa, a suo avviso, era l'unica posizione razionale per concepire un "terzo campo". Ma alla fine il progetto fallì, e la delusione di Mary McCarthy, come si osserva nella postfazione, trova eco nel romanzo. L'utopia rurale crolla per il solo furto di poche fragole da parte di tre intrusi. La loro cacciata con un fucile a salve, la difesa della "proprietà privata", una vittoria ben lontana da un trionfo etico ("Tanta agitazione per un po' di fragoline") chiudono amaramente la narrazione.
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