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Anno edizione: 2014
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Dopo averlo letto tutto ed attentamente, non posso condividere l'entusiasmo del pur bravo curatore per questo saggio sul jazz. Con 1000 pagine a disposizione si potevano approfondire molti aspetti (molte biografie, molte discografie) che qu vengono lasciati incredibilmente da parte. Soprattutto a partire dalla metà degli anni 50, con l'avvento dell'LP, la biografia umana e professionale dei jazzisti va inevitabilmente scandita atraverso gli album, possibilmente ordinati per data di registrazione ed uscita. Vedi l'esempio del biografo di Bill Evans, Pettinger, che ha scritto a mio avviso uno dei più bei saggi su un artista jazz ("How My Heart Sings"). Qui invece spesso si brancola nel buio. Su Bechet poche righe, idem su Rollins o Sun Ra. Le ultime sezioni sembrano poi tirate via. Belle ed illuminanti le pagine sulle big bands, interessante il punto di vista su Gillespie, buona la parte su Coltrane e Mingus, acuti alcuni giudizi musicologici, ma rimane il sospetto di un volume che manca di una struttura vera e propria. Ted Gioia o Giddins e DeVeaux con meno pagine dicono di più. Senza contare "il Polillo", ancora insuperato per l'impostazione scelta (prima parte storica, seconda parte biografia dei singoli artisti).
credo che qualsiasi saggio debba evitare di esere noiso e far sbadigliare chi lo legge. Questa "nuova storia" di cita tanti compositori ed autori del "dopo Polillo" ma commtte un peccato veniale: proliissità ai limiti del tollerabile ed un peccato mortle, anzi mortalissimo: un discografia quasi inesistente. L'autore sproloquia e si parla letteralmente addosso beandosi delle proprie conoscenze, ma io lettore difficilmente ne traggo qualcosa e poi, importantissimo (almeno per me) cosa ascolto se tu autore "pluridecoratO" non mi fornisci a) discografie complete e b) tuoi motivati giudizi. In buona sostanza non compratelo visto anche il super prezzo. Rileggetevi Arrgo Polillo che è meglio, molto meglio!
Recensioni
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