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Tra sensi di colpa, responsabilità mancate, social media in subbuglio e forse la nascita di una tenera storia d’amore, Daniel Glattauer costruisce un romanzo intenso e graffiante, una critica sottile e necessaria a una società perbenista e iperconnessa, dove però qualcuno resta ancora invisibile.
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La storia si sviluppa in un crescendo drammatico. Tra i temi affrontati: le migrazioni di gente in difficoltà nel proprio paese, la droga, i commenti on line, spesso discutibili, dei lettori di notizie, la vita umana e il suo valore. Interessante e istruttivo.
E molto interessante lo consiglio vivamente
Una famosa canzone di Ghali mi tornava in mente durante la lettura di questo libro. “Ma qual è casa mia? Ma qual è casa tua? Dal cielo è uguale, giuro” Aayana è una giovane profuga somala, vive con la sua famiglia in Austria, ha quattordici anni e tutto il libro girerà intorno ad una tragedia che di certo non spoilererò. Inizialmente il libro non l’ho particolarmente amato, tutto gira intorno alla politica e l’immigrazione, è creato come se fossimo spettatori di diversi post sui social e leggessimo i commenti della gente. Però, sì c’è un però, verso la fine mi ha aperto il cuore, ed è per questo che lo consiglio. (Per questo consiglio SEMPRE di terminare i libri che si leggono e MAI lasciarli in sospeso.) Quando leggiamo sui giornali una notizia, esiste un titolo che il più delle volte fa ribrezzo, si specifica l’età, il colore della pelle, la nazionalità, come se questi particolari servissero realmente a qualcosa. Daniel Glattauer vuole evidenziare le differenze presenti dove si dice che differenza non c’è, e ci riesce alla grande.
Recensioni
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