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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2012
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Parlare di suicidio e informarsi su di esso è l’azione migliore per prevenirlo. La miseria dell’animo umano, che attraversa un momento di buio, può essere compresa. A noi, a tutti coloro che si trovano a dover affrontare tale problematica, spetta il compito di cimentarci con le emozioni negative degli individui suicidi, in questo caso ragazzi, visto che il libro tratta nello specifico il suicidio giovanile, e cercare di trovare quel ponte immaginario che può condurci alla vera comprensione del loro dramma interiore. Il libro è diviso in diversi capitoli. Nei primi capitoli il percorso filosofico, psicologico, sociologico, pedagogico. Per poi giungere ad un’analisi di quello che dovrebbe essere il lavoro dell’intera comunità per combattere il fenomeno, questo perché quando un giovane commette un insano gesto, la colpa è un po’ di tutti noi che non siamo stati in grado di fornire adeguate risposte a domande che forse non abbiamo capito, recepito o forse nemmeno ascoltato. Famiglia, scuola, istituzioni, a mio avviso, rimangono sempre le principali “agenzie” educative. Le modalità ed i mezzi sono cambiati nel corso degli anni, ma la partenza e l’arrivo sono sempre i soliti traguardi a cui deve mirare la moderna pedagogia. Si tratta di diventare capaci di recepire i messaggi dei giovani. La vita vissuta non è considerata più come valore massimo che il soggetto deve difendere ma viene percepita come un peso che procura sofferenza, come un disvalore. Sognare non è, come spesso il senso comune ci lascia intendere, qualcosa da bambini, che va abbandonato a favore della concretezza del mondo reale. Il sogno, se correttamente inteso come tensione ideale che sorregge il cammino della vita, diventa la guida ispiratrice per le azioni di cambiamento da mettere in atto.
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