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L'opera sostiene le ragioni del nucleare per salvaguardare il pianeta dalle emissioni di CO2. Ma è un libro che dà i numeri nel senso che i dati riportati in alcune pagine sono contraddetti da altri presenti poche pagine più avanti (da p. 8 a 13, ma anche tra p. 67, 73 e poi p. 208 e altrove); spesso utilizza parametri temporali e unità di misura diversi rendendo difficile la leggibilità ed il confronto dei dati come alle pp. 40-41, e altrove. Presenta dei conteggi molto discutibili come a p. 102 o dati errati come a p. 209. La parte più interessante è quella sulla necessità di condizionare l'opinione pubblica perché si convinca della necessità della scelta del nucleare: conquistare le menti ed i cuori delle opinioni pubbliche. Ma il difetto maggiore è quello di denigrare gli avversari: le ragioni degli ecologisti sono definite irresponsabili, non scientifiche, manipolatrici, prive di credibilità, catastrofiste: "gli antinuclearisti hanno prodotto più disinformazione di quanto fossero capaci di digerire". L'informazione basata su dati scientifici diversi non è accettabile per l'autore che non si preoccupa di controbattere, ripetendo più volte il mantra che "l'energia nucleare è la sola fonte che ha i numeri per poter soddisfare la fame di energia mondiale". L'autore dichiara di voler rimettere la discussione "sui canali corretti della giusta e trasparente informazione, dell'assenza di ideologia", ma a p. 211 scrive che "il nucleare [...] è un'idea [...] è un intero sistema vivente": affermazione che denota l'adesione acritica a favore del nucleare. Scrive a p. 210 che: " La storia ha già dimostrati che il pensiero della "decrescita" e quello del "neoprotezionismo energetico" sono deviazioni da non ripetere"; è un linguaggio che ricorda gli stalinisti degli anni 50: il fideismo porta ad affermazioni apodittiche. L'incidente di Fukushima dimostra come i calcoli ottimistici di p. 188 sulle probabilità di incidenti severi(uno ogni 170 anni) sono sbagliati.
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