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Nel 1985 Potok si è recato a Mosca, dove ha conosciuto la famiglia Slepak. Quelle che racconta sotto forma di romanzo in questo libro sono proprio le vicende di Solomon Slepak e di suo figlio Volodya.
Solomon, ebreo, bolscevico inflessibile, comandante militare e diplomatico, riuscì a sopravvivere miracolosamente alle purghe staliniane e mantenne fino alla fine la fede nel comunismo. Suo figlio Volodya entrò a far parte dell'élite scientifica moscovita finché non scelse la strada del dissenso.
Per 18 anni Volodya e sua moglie Mascia furono oggetto delle malevole attenzioni di governo e servizi segreti: il loro crimine era il "tentativo di abbandonare l'Urss". Vennero perseguitati ed esiliati per cinque anni in Siberia solo per aver esposto uno striscione in cui chiedevano di raggiungere il figlio in Israele.
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