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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Dopo il grande successo del primo volume, arriva finalmente in libreria il secondo capitolo sul Novecento. Un percorso d’autore unico e sorprendente, dal dopoguerra a oggi, illustrato da oltre 250 immagini.
Con quest'ultima tappa nell'arte contemporanea si conclude anche il lungo viaggio nelle meraviglie del nostro patrimonio artistico, raccolto nella serie Il Tesoro d’Italia: una storia e geografia dell'arte italiana raccolto in 7 volumi, per oltre 4000 pagine complessive.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho letto sia il volume 1 ed il volume2 de Il Novecento. Libri entrambi interessanti, ricchi di immagini. Tuttavia non si capisce perché Sgarbi descriva, in dettaglio, opere delle quali non ci sono le illustrazioni. Non è una questione di limite al numero di illustrazioni. Infatti per una stessa opera ( spesso non quella discussa più a lungo) vengono riportati particolari.
"Signori, si scende!" Peccato, perché sul treno dell'arte guidato da Vittorio Sgarbi si stava proprio bene. Il viaggio nella storia dell'arte italiana - opportunamente intitolato "Il tesoro d'Italia" - iniziato nel 2013 giunge ora a distanza di sei anni alla sua settima e ultima tappa e, ancora una volta, vale il prezzo del biglietto. Sulla qualità dei primi volumi non nutrivo alcun dubbio, essendosi Sgarbi dedicato molto all'arte italiana antica, specie a quella rinascimentale e barocca. Ma il treno è andato avanti senza scossoni anche sui binari impervi del Novecento e dell'arte contemporanea - di cui questo e il precedente volume si occupano - risultando forse ancor più convincente nella sua originale mescolanza di autori e opere noti, meno noti e ignoti al grande pubblico. Di questo volume, come dei precedenti, è difficile parlare, perché lo stile dell'autore è unico, fatto di passione per la materia trattata, competenza diretta più che libresca, conoscenza diretta di molti degli autori, desiderio di divulgare e risarcire artisti non baciati dalla fama come altri che meno lo avrebbero meritato, talento di scrittore autoconsapevole ma mai inutilmente affettato. "Riscoprire Alessandri, oggi, vuol dire restituirgli il posto che non gli è stato dato nell'arte della seconda metà del Novecento, militarmente occupata da alcuni artisti obbligatori, spesso ripetitivi e poveri di idee, compiaciutamente (e non cristianamente) "poveri", adatti a un tempo senza anima e senza spirito." (p. 250) "Eravamo giovani ed entusiasti, ma anche disillusi su quello che l'arte contemporanea ci poteva dire, che non fosse artificio, finzione, menzogna (...) Da quanti anni non vedevamo poesia?" (p. 275) Forse l'arte non era morta né la bellezza finita. La prima stava solo dormendo, la seconda era solo nascosta. Grazie, Vittorio, per averle destata e riportata alla luce.
Anche per questo volume grafica ed immagini straordinarie
Recensioni
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