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L'autorevole introduzione di Franco Volpi appare davvero sproporzionata per questo saggio di Gerhard Wehr che risulta ben al di sotto delle aspettative. L'esposizione dell'autore parte da lontano cioè da Madame Blavatsky e dalla teosofia movimento che estende la sua influenza dalla metà dell'Ottocento su tutto il Novecento. Seguono le varie filiazioni della teosofia: Rudolf Steiner e l'antroposofia Krishnamurti Alice A. Bailey e la sua sapienza di ispirazione tibetana. Un capitolo è dedicato alla figura di Gurdjieff e alla sua scuola. Vengono quindi alcuni esponenti del tradizionalismo esoterico: René Guénon Julius Evola Leopold Ziegler. Trattato come un esoterista è anche Carl G. Jung la cui analisi degli archetipi dell'inconscio collettivo si avvale anche dello studio dell'alchimia dell'ermetismo e dell'occultismo. Chiudono il panorama le figure di Karlfried Dürckheim con la sua terapia iniziatica e Valentin Tomberg per la sua analisi del significato simbolico-esoterico dei tarocchi. Costruito sulla linea dei "grandi maestri dell'esoterismo" il libro oltre a rivelare le simpatie steineriane dell'autore risulta di una superficialità evidente e non raggiunge mai un piano di utilità scientifica. Il discorso di Wehr muove certo da un'istanza divulgativa ma non riesce a collocarsi né all'interno della dimensione esoterica e neppure nell'ambito di una corretta analisi esoteriologica secondo le linee tracciate da Antoine Faivre e da Pierre Riffard.
Francesco Cassata
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