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Alquanto difficile riuscire a vedere un film di una tale intensità in una volta sola ma necessario.
La storia della prigionia dell'ex presidente dell'Uruguay è terribile nonostante, probabilmente perchè lo spettatore potesse arrivare a fine pellicola, il regista non abbia marcato eccessivamente sulle torture fisiche e psicologiche dei tre eccezionali protagonisti. Straordinari Antonio de la Torre nel ruolo José Mujica e Chino Darín (figlio del famoso Ricardo de "Il segreto dei suoi occhi") che nei panni di Mauricio Rosencof offre una performance grandiosa insieme ad Alfonso Tort che interpreta Eleuterio Fernández. il film è chiaramente duro e per guardarlo bisogna essere pronti a passare 2 ore di sofferenza. Solo il sapere che poi, tutti e tre i protagonisti non solo sono stati liberati, ma sono anche diventati stimati membri del governo, (uno addirittura presidente) riesce a farti superare una storia vera riportata sullo schermo con sapienza ed emozione, tantissima emozione. Da vedere anche per capire la storia dell'unico presidente di una nazione che è riuscito a non tradire mai i propri ideali.
Recensioni
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Tempi e ritmi giusti per un film di denuncia che fa riflettere sulle recenti derive autoritarie
Trama
Settembre 1973. L'Uruguay è sotto il controllo di una dittatura militare. Il movimento di guerriglia dei Tupamaros è stato schiacciato e smantellato da un anno. I suoi membri sono stati imprigionati e torturati. In una notte di autunno, nove prigionieri Tupamaro vengono portati via dalle loro celle nell'ambito di un'operazione militare segreta che durerà 12 anni. Da quel momento in poi, verranno spostati, a rotazione, in diverse caserme sparse nel Paese e assoggettati a un macabro esperimento; una nuova forma di tortura mirata ad abbattere le loro capacità di resistenza psicologica.
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