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La Noomachìa qui presentata costituisce una presentazione per i lettori italiani di un’opera enciclopedica, anzi antienciclopedica nel senso illuministico a cui si attribuisce il termine comunemente. I volumi previsti sono oltre una ventina e questo è il resoconto di un corso introduttivo tenuto a Belgrado nel 2018 dal “filosofo più pericoloso del mondo”. Il libro prende le mosse dalla noologia (da nous, intelletto) con le sue tripartizioni: il Logos di Apollo, il Logos di Dioniso e il Logos di Cibele che rappresentano rispettivamente il logos (discorso, parola) patriarcale, gerarchico, verticale, androcratico, considerato il Logos della luce. Il secondo mediano, androgino, armonico e dialettico – il Logos oscuro, mentre il terzo è quello relativo al Logos matriarcale, ginecocratico, orizzontale, materialista – il Logos nero. Questi tre Logos saranno trattati più dettagliatamente nel corso dello studio. Tra gli altri Logos analizzati da Dugin troviamo quello della civiltà indoeuropea, quella fondamentale delle origini arcaiche dei nostri popoli, seguito da quello cristiano e da quello serbo. Il sottotitolo Rivolta contro il mondo postmoderno ha chiari riferimenti all’opera principale di Evola, del quale Dugin apprezza la preveggenza per la sua diagnosi infausta, fatta già nel 1934, verso il precipitare dei valori della Tradizione nel Kali Yuga dei cicli cosmici indiani o nell’ Età del Ferro descritta da Esiodo. Va detto che il filosofo russo dà un giudizio sostanzialmente negativo della modernità e della postmodernità (anche se ne apprezza alcuni aspetti come l’innovazione scientifica che per lui non deve cadere in una tecnocrazia) in quanto esse rendono l’uomo schiavo di sé stesso e del materialismo che veniva criticato oltre che da Evola, da Guènon e prima ancora da Nietzsche e in seguito da Heidegger che si possono considerare come i numi tutelari del pensatore di Mosca. In appendice vengono riprese alcuni aspetti esposti nell’opera La Quarta Teoria Politica.
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