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La Nona di Beethoven - Harvey Sachs - copertina
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La Nona di Beethoven
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Descrizione


La Nona Sinfonia, un simbolo di libertà e di gioia, è stato il tentativo più grandioso da parte di Beethoven di aiutare l'umanità a trovare la propria strada fuori dall'oscurità e verso la luce, dal caos alla pace. Eppure quell'opera era nata in un'epoca di dure repressioni: i Borboni, gli Asburgo e i Romanov usavano ogni mezzo per soffocare la sete di libertà e il malcontento popolare nato sulla scia della rivoluzione francese e delle guerre napoleoniche. Per colmo di ironia, questo inno alla fratellanza universale venne eseguito per la prima volta a Vienna, la capitale di una nazione che Metternich stava trasformando nel primo moderno stato di polizia. La prima della Nona, il 7 maggio 1824, fu l'evento artistico dell'anno. L'opera resta una deiie composizioni più innovative e influenti neila storia della musica un punto di riferimento e una fonte di ispirazione la cui risonanza dura ancora oggi. Con una scrittura sempre brillante e ricca di dettagli rivelatori, Sachs racconta quanto la Nona abbia stupito e disorientato i suoi primi ascoltatori. Ma ben presto, per le successive generazioni di artisti creativi, l'ultima sinfonia di Beethoven diventò un modello da cui trarre ispirazione e il suo autore finì per incarnare il culto romantico del genio. In una lettura anticonvenzionale e provocatoria, il capolavoro della musica occidentale diventa così una lente che permette di comprendere la politica, l'estetica e il clima complessivo di un'epoca.
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Dettagli

2011
281 p., ill. , Brossura
9788811600251

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Fedora
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Testo di riferimento per quanto riguarda la figura di Beethoven, il suo rapporto con la musica, l'arte e la storia del suo tempo. Molto ben scritto, scorrevole e di agevole lettura. Il lettore è guidato con garbo, semplicità e precisione dentro la storia europea della restaurazione, nelle vite degli artisti e dei letterati romantici. Imperdibile per gli appassionati di musica, perfetto anche per chi non sa nemmeno leggere le note, perchè parla di musica parlando di tempi, arte, vita.

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Sissy
Recensioni: 5/5

Non è un semplice inno alla gioia:tutto ciò che ha a che fare con questo musicista è musica stellare! La nona sinfonia,a mio giudizio,regalò splendore alla musica,ma la quinta non è molto diversa,quanto a sensazionalità.Non conoscere Beethoven,significa essere sordi alla Magia!

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Voce della critica

  Un filo ideale collega, quasi avvolgendoli in un'unica immagine, il lavoro di Harvey Sachs e un testo del 2010 di Benedetta Saglietti (Beethoven, ritratti e immagini. Uno studio sull'iconografia, Associazione De Sono - Edt): il mito Beethoven, proiettato da un lato nel contesto del suo tempo; dall'altro, sul terreno dell'iconografia musicale. Alla quintessenza del mito, al monumento beethoveniano forse più significativo per la posterità, ormai oggetto di culto popular, è dedicato il volume di Sachs ("Ne hanno fatto il proprio vessillo progressisti e conservatori, democratici e dittatori, nazisti, comunisti e anarchici", scrive l'autore). La ricerca riguarda tuttavia solo in parte, e nei capitoli conclusivi del libro, la fortuna del capolavoro presso le generazioni successive. Si tratta, perlopiù, di un grande affresco storico che ricostruisce l'epoca di Beethoven al momento della composizione della Nona sinfonia. L'opera è dunque calata appieno nel vissuto quotidiano, artistico, politico e culturale dei giorni in cui vide la luce, anche attraverso richiami a intellettuali e scrittori che hanno segnato l'immaginario del tempo (Byron, Stendhal, Heine). La lettura è interessante, soprattutto per la capacità dell'autore di variare l'inquadratura e i punti di vista, in un riuscito connubio tra sguardo panoramico e fuoco sui particolari. Ne risulta un viaggio piacevole attraverso l'Europa del primo Ottocento, che però, allo stesso tempo, porta il lettore a contatto con l'intimità singolare della creazione artistica. Non difettano, alla ricerca di Sachs, i momenti di analisi dell'opera sul piano prettamente musicale. Anzi, in tal senso, l'autore si dichiara totalmente a favore di una linea formalista (quella di Hanslick, per intenderci) quando si tratta di (non) spiegare la musica. Nel tirare alle conseguenze estreme questo ragionamento, diremo allora che nella prospettiva e nel volume di Sachs, storia, cultura e politica stanno intorno alla Nona: dentro, va da sé, ci possono essere solo idee musicali, depurate di riferimenti altri ed esterni. Lo stesso filtro dell'arte era, in un certo senso, punto di partenza della ricerca di Saglietti, che ripercorreva la figura e la vita di Beethoven attraverso disegni, stampe, dipinti, sculture. Il volume presenta una galleria dei ritratti del compositore eseguiti durante la sua vita (1770-1820), accompagnati da un commento che tiene conto non tanto del valore artistico, quanto della qualità narrativa delle opere, ossia della loro capacità di raccontare Beethoven. La vasta catalogazione del materiale iconografico comprende dunque oggetti diversi, quali incisioni, litografie, olii su tela, busti e due calchi del viso. Lo studio si basa inoltre su di una meticolosa indagine bibliografica, attraverso cui Saglietti raccoglie e rispolvera molta letteratura, in primis in lingua tedesca, fin qui poco conosciuta o dimenticata. Risulterà pertanto molto utile, e non solo agli studiosi italiani, la bibliografia posta in coda al volume, preceduta da due appendici biografiche dedicate agli autori delle opere presentate e ad altri personaggi importanti dell'epoca, in qualche modo chiamati in causa dal riferimento iconografico. In equilibrio sulla morbida linea di confine tra storia dell'arte e storia della musica, la monografia offre un contributo rilevante non solo sul piano della ricerca iconografica, ma anche su quello, più generale, della letteratura dedicata a Beethoven. Luca Aversano

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Conosci l'autore

Harvey Sachs

Harvey Sachs, scrittore e storico della musica, è il massimo esperto al mondo di Arturo Toscanini. Ha collaborato con la radio e la televisione e con varie testate, tra cui The New Yorker, The New York Times, The Times Literary Supplement, The Guardian, The Wall Street Journal, La Stampa e Le Nouvel Observateur. Per il Saggiatore ha scritto Musica e regime (1995) e ha curato le Lettere di Toscanini (2017).

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