L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
Promo attive (0)
Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L’Autore intraprende un viaggio per la Penisola con il suo solido carico ideale, con il suo ampio bagaglio culturale e con dati impietosi. E ripercorre i luoghi industrializzati di Torino e i siti produttivi della Brianza, esplorandone le cicatrici lasciate dalle industrie di varia dimensione, molte delle quali colpite e affondate da una crisi devastante, delle quali rimangono i capannoni, spesso vuoti e desolati con le finestre come grandi orbite di un teschio, e se va bene riconvertiti dalla grande produzione alla grande distribuzione; poi è la volta del distretto tessile di Prato, di tradizione medievale e con l’odierna schiavizzazione di manodopera cinese. E ancora il mostro dell’ILVA nato a prezzo della distruzione di un enorme uliveto millenario, fabbrica di morte che ha dispensato diossina e altre sostanze nocive avvelenando silenziosamente cose, animali e uomini e generando un picco di tumori, mielomi e leucemie; e il centro siderurgico di Gioia Tauro, eretto su un terreno dopo la distruzione di ottocentomila alberi, oggi in mano alla mafia calabrese che controlla il porto e i traffici illegali. Fino a giungere a Lampedusa, porto d’Europa per disperati a volte accolti, altre respinti dalla tossica retorica dell’odio e dell’ostilità che hanno invelenito un Paese. Revelli volta a volta individua con acutezza la faglia economica, culturale e antropologica causata dal salto di paradigma e che ha generato la devastazione dell’ambiente e l’imbarbarimento del tessuto civile di quell’Italia che l’Autore – come vuole il titolo – oggi fatica a riconoscere.
Il viaggio di Revelli supera i confini tra le discipline e mischia felicemente economia, politica, urbanistica, sociologia e letteratura. I sogni e le ambizioni dell'era industriale scolorano in un presente di abbandono e desolazione. Il caso esemplare è Torino, passata dalla company-town di Mirafiori alla riqualificazione di quartieri dove i vecchi capannoni sono archeologia industriale, una sorta di installazione post-moderna. I distretti del Nord hanno perso lo slancio di fine secolo e miglior sorte non è toccata al tessile di Prato, dove il quartiere ripopolato dai cinesi è un vero mondo a parte. Le cattedrali industriali del Sud sono le vestigia di giochi politici e clientelari, incubi che hanno cancellato l'antica bellezza del territorio per lasciare in eredità veleni di morte. Lo spaesamento, il mancato riconoscimento, però, non sono solo fonte di caos cognitivo: lo svelamento può anche essere il viatico salvifico per la comprensione e la fuga, il superamento di modelli di sviluppo che forse non è il caso di rimpiangere. A Torino ora ci sono le stampanti 3D del FabLab. A Lampedusa, alla porta d'Europa, c'è quell'empatia per l'Altro che pare ormai perduta nelle istituzioni e negli egoismi pilotati delle pseudo-rivolte urbane.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore