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Non scrivere di me è una raccolta di interviste reportage condivisioni e amicizie con scrittori di Livia Manera Sambuy, giornalista letteraria italiana, vissute con una sorta di imperativo sensoriale: un'infiltrazione costante di letteratura in cui i ruoli tendono continuamente a sovrapporsi e incrociarsi. Uno su tutti: "Sono rare le anime capaci di sopportare con eleganza la buona sorte". Un ritratto del cecchino di parole (e non solo) Richard Ford, il contrasto e la tensione nella sua scrittura sempre combattuta fra l'eleganza e il realismo, le sue amicizie con James Salter e soprattutto il racconto di alcuni episodi dell'amicizia con Raymond Carver (incluso un reading da sobrio): l'omone buono ed umile che ha rivoluzionato la scrittura americana. "Sono rare le anime capaci di sopportare con eleganza la buona sorte, crescere e diventare ogni giorno migliori. Ray era una di queste" Richard Ford. Livia Manera Sambuy: "E tutti mi hanno confermato l'impressione che avevo avuto nel 1987 in quella libreria a Milano: che l'umiltà di quest'uomo che aveva scritto i primi racconti in automobile perché in casa il caos era insopportabile, la sua grazia da grizzly, la malinconia di chi ha preso le distanze da un passato tremendo e i sensi di colpa verso chi - la prima moglie, i due figli - ne aveva condiviso il peso, erano cose che Carver si portava addosso ovunque andasse come quelle sue giacche puzzolenti di fumo. Anche all'apice del successo, non aveva mai smesso di avere l'aria di uno che sta bruciando la candela da entrambe le estremità".
Recensioni
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Rincorrevo questo libro da tempo e poi una cara amica me l’ha regalato, l’ha fatto spedire a casa mia con un click mentre io e lei eravamo a bere una birra a Central Park. È la raccolta delle interviste che Livia Manera Sambuy ha fatto nel corso dei suoi soggiorni americani a diversi scrittori. Anzi, per dirla meglio: sono i racconti di quelle interviste. Perché la meraviglia di ognuna di quelle interviste è la storia che l’autrice riesce a costruirvi intorno: gli scrittori sono personaggi pieni di personalissimi difetti, il suo sguardo è indipendente e partecipe insieme, le città e gli interni diventano ambientazioni imprescindibili, quasi presenze. E poi su tutto c’è il suo senso critico: a volte non condivisibile ma così raffinato, libero e intelligente che non può non diventare esemplare. Soprattutto per una come me.
Marta
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